Era oramai diventato un caso internazionale che andava oltre il semplice incontro di pugilato in una Olimpiadi, ma il clamoroso epilogo ha definitivamente fatto scoppiare la polemica
Era l’incontro più atteso del torneo di pugilato femminile della kermesse olimpica e lo spettacolo non è mancato. Dopo le polemiche legate all’ammissione di atleti transgender alle Olimpiadi, Angela Carini ha affrontato l’algerina Imane Khelif ritirandosi alla prima ripresa. L’atleta napoletana ha provato a resistere, ma dopo pochi secondi è stata colpita in pieno volto da un pugno dell’avversaria decidendo così di abbandonare a causa della forza eccessiva impressa dall’avversaria. “Mi ha fatto male, mi ha fatto malissimo”, queste le parole dette al suo angolo dalla Carini una volta tolto il caschetto obbligatorio per combattere.
Imane Khelif non è un’atleta transgender, perché il suo Paese, l’Algeria, vieta qualsiasi tipo di transizione di genere. È una donna che, come la più famosa Caster Semenya, la sudafricana campionessa del mezzofondo in atletica leggera, ha il testosterone più alto rispetto alla media femminile. L’atleta africana aveva già partecipato alle Olimpiadi di Tokyo, venendo eliminata ai quarti di finale, ma un anno fa la Federazione mondiale della Boxe aveva deciso che non poteva partecipare ai Campionati del Mondo, proprio a causa di alcuni suoi valori oltre la norma.
Oramai si era andati oltre il semplice incontro di pugilato di una Olimpiadi, era diventato un caso internazionale. Una delle migliori rappresentati della nostra boxe alle Olimpiadi, Angela Carini, è stata la protagonista di un ritiro mai visto prima. Dopo soltanto 46 secondi dall’inizio del suo match, valido per l’ottavo di finale nella categoria +66 kg del torneo olimpico, ha ricevuto un pugno molto forte in volto dall’algerina Imane Khelif e ha deciso di ritirarsi subito. L’atleta tunisina è risultata avere un livello di testosterone troppo alto, ma il Comitato Internazionale Olimpico, che fissa la soglia massima a 10 nmol/L, ha dato il via libera alla partecipazione. Sulla questione e sull’esito del match odierno contro l’atleta azzurra, Notizie.com ha voluto ascoltare il parere degli italiani. “Finché il Comitato Olimpico da l’ok e naturalmente assevera le regole per la partecipazione, nulla da dire”, spiega un uomo intervistato al mercato ai nostri microfoni “è logico che se al di là di questi comportamenti vi sono dei comportamenti occulti, allora non va più bene. Ovviamente in rapporto soltanto al dato sportivo e alla partecipazione olimpica”.
“Io sono per la libertà di ogni cosa”, aggiunge una signora ai microfoni di Notizie.com, “perchè ognuno è libero di cambiare, perchè se si sente non idoneo nel suo corpo, è giusto che lo cambi, però questa cosa non può essere anche nello sport. Perchè come si può far combattere una pugilessa, comunque donna, con un fisico da donna, con un uomo, perchè fisicamente ricordiamoci anche se cambiano sesso, ed è giusto che lo facciano perchè si sentono meglio, non potrà mai avere a quel punto lo stesso fisico di una donna”.
E poi aggiunge, “Un livello di testosterone più alto è come quando un atleta viene trovato positivo all’antidoping, non è più una cosa equa”. Una discussione che forse andrà oltre anche l’evento di queste Olimpiadi anche se, aggiunge un altro uomo ai nostri microfoni, “probabilmente dovremmo cambiare le regole, ma finchè le regole saranno queste e l’atleta è stato fatto partecipare, era giusto farlo partecipare”.