Per preservare la foresta Amazzonica il governo brasiliano ha deciso di optare a sorpresa per un disboscamento selettivo di alcune aree
Il disboscamento della foresta Amazzonica è uno dei problemi più gravi del nostro pianeta. Questa rappresenta un patrimonio naturale inestimabile da cui dipende l’intera esistenza della Terra. Tra le sue cause ci sono gli incendi causati dalle alte temperature, ma anche da interventi umani scaturiti dall’accaparramento dei terreni che portano a una deforestazione illegale. Episodi che compromettono l’esistenza della biodiversità animale e vegetale che popola l’Amazzonia. Un problema al quale bisogna mettere un freno per poterla preservare e sul quale il Brasile è pronto a intervenire in un modo alquanto particolare.
Secondo quel che riportano le fonti locali, il governo avrebbe stabilito un piano biennale che consiste in una drastica espansione del disboscamento selettivo, allargandolo a un’area grande quanto la Costa Rica. Una mossa che sembrerebbe controproducente ma che, in realtà, presenta delle valide motivazioni di fondo. Nel territorio brasiliano esistono vasti terreni forestali che sono designati come pubblici, ma che non hanno nessuna protezione o applicazione speciale. Questo li rende inevitabilmente vulnerabili alla deforestazione illegale. I criminali, così facendo, spesso si impadroniscono della terra e la sgombrano nella speranza che alla fine vengano riconosciuti come proprietari. Cosa che di solito accade realmente.
Il piano e le perplessità
Renato Rosenberg, direttore delle concessioni forestali del Servizio forestale brasiliano, durante una conferenza stampa online ha spiegato questo tipo di intervento: “L’obiettivo principale delle concessioni forestali è la conservazione di queste aree” – spiega, prima di aggiungere – “Questo può portare alla creazione di posti di lavoro e reddito in parti dell’Amazzonia che altrimenti sarebbero hanno poca attività economica”. Un gruppo di lavoro in queste settimane sta valutando quali aree dovrebbero essere designate come aree di conservazione, territori indigeni o concessioni forestali. Il piano è quello di creare una partnership con due istituzioni private – chiamate Imaflora e Systemiq – che offriranno il proprio aiuto nella ricerca e nella progettazione della gestione forestale comunitaria.
Un progetto che, però, avrebbe causato anche alcune perplessità. In particolar modo Frank Almeida, presidente del Forum nazionale, ha detto intervenendo ai microfoni di AP che: “La gestione delle foreste è il modo migliore per fermare i crimini ambientali, dall’accaparramento delle terre al disboscamento illegale. Ma è inutile creare un progetto che non diventerà realtà”. Con termini più aperti, invece, si è espressa Maisa Isabela Rodrigues, professoressa di ingegneria forestale presso l’Università Nazionale di Brasilia. Questa ha affermato che il piano rappresenta l’approccio giusto a un problema troppo grave, ma che necessita però di alcuni aggiustamenti