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Cronaca

⁠Il chip cerebrale impiantato sul secondo paziente: il risultato

Published by
Marco Ercole

Un secondo paziente si è visto trapiantare un chip, prodotto dalla società di Elon Musk, per recuperare le capacità motorie

Quando facciamo riferimento alla tecnologia talvolta tendiamo a criticarne il lato oscuro. Quegli aspetti negativi che, se in mani sbagliate, possono causare conseguenze gravi. L’evoluzione che ha caratterizzato l’ultimo decennio, però, ha portato anche a risultati incredibili sotto molti aspetti. L’importanza che ormai ha assunto nella nostra quotidianità è la dimostrazione del suo enorme potenziale. Questo si esprime al massimo livello quando è in grado di intervenire per facilitare o, in alcuni casi, la vita degli altri. Tanto in campo medico, quanto scientifico quindi ha permesso di dare un’accelerata alle ricerche, ha consentito di sviluppare nuovi mezzi per superare ostacoli che prima erano considerati da tutti invalicabili.

Chip celebrale impiantato in un secondo paziente (Pixabay) – Notizie.com

Un esempio eclatante è quello di Noland Arbaugh. Un appassionato di subacquea che spesso praticava quest’attività immergendosi in alcuni dei mari più belli e profondi al mondo. Eppure, anche ai più esperti delle volte capitano degli episodi che mettono a repentaglio la loro immersione, se non addirittura la loro vita. Quest’ultimo è il caso di quanto avvenuto a Nolan che mentre si trovava in acqua è stato vittima di un incidente che ha compromesso le sue attività motorie. Un limite che rischiava di rovinargli la vita, fino a quando non è intervenuta la tecnologia. La società Neuralink, di proprietà di Elon Musk, lo ha aiutato inserendo nel suo cervello un chip che leggendo i suoi pensieri gli ha permesso di riacquisire la sua mobilità.

I problemi di Nolan e il secondo paziente

Una scoperta sensazionale che non è stata esente da problemi. In seguito all’operazione alcuni fili hanno smesso di funzionare correttamente e ha perso il controllo sul cursore. Un inconveniente che ha spinto i tecnici a rimettersi al lavoro, elaborando un prodotto 2.0 che di recente è stato impiantato su un secondo paziente. Le prime parole pronunciate da Elon Musk a tal riguardo lasciano ben sperare: “Non voglio maledirlo, ma sembra che sia andato molto bene con il secondo impianto. C’è molto segnale, molti elettrodi. Funziona molto bene“.

Il chip dovrebbe risolvere i problemi motori (Pixabay) – Notizie.com

Anche questo paziente come nel caso Arbaugh, ha riportato una lesione del midollo osseo che gli ha creato evidenti problemi motori. Proprio sulla sua funzionalità si è espresso ancora l’imprenditore sudafricano che ha specificato: “Il dispositivo Neuralink è un po’ come un Fitbit o un Apple Watch con piccoli fili o elettrodi. Il chip Neuralink è pensato per aiutare le persone con disabilità, per sbloccare il potenziale umano migliorandone capacità fisiche e mentali fino a raggiungere la simbiosi con l’intelligenza artificiale”. Una nuova frontiera del nuovo mondo.

 

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Marco Ercole