Una azienda farmaceutica, specializzata in produzione di vaccini anti Covid-19, ha accusato nell’ultimo bilancio una perdita milionaria
Se per quasi tutto il mondo la pandemia ha rappresentato un periodo complicato tanto sotto l’aspetto piscologico, quanto sotto quello medico, lo stesso non si può dire per alcune grandi aziende farmaceutiche. Lo sviluppo del vaccino contro il Covid-19 ha permesso a molti colossi di individuare una nuova fonte di reddito. Alcuni di questi hanno convertito la loro produzione, puntando fortemente su questa nuova cura e incassando miliardi di euro dalla sua vendita. Una scelta netta che inizialmente ha arricchito le casse dei grandi proprietari, ma che ora sembrerebbe ritorcerglisi contro.
Tra quelle che hanno punto con forza sul vaccino per il Covid c’è la BioNTech. L’azienda biotecnologica, dopo le evoluzioni degli ultimi anni, si è trovata costretta a rivedere i propri piani investendo 525,6 milioni di euro in attività non legate al Covid19. Tra le nuove ricerche portate avanti di recente due in particolar modo meritano una citazione. La prima è la creazione di un vaccino contro il cancro, il cui lancio è previsto per il 2026. Il secondo è un altro tipo vaccino, su cui stanno lavorando in collaborazione con Pfizer, dal duplice effetto: quello di prevenire Covid-19 e influenza contemporaneamente. Un lavoro sul quale, però, si sta concentrando anche l’azienda rivale Moderna che potrebbe proporlo già da quest’anno.
La BioNTech è quindi a caccia di una via alternativa. Il CEO e cofondatore Ugur Sahin ha annunciato il cambiamento: “Stiamo facendo progressi per diventare un’azienda con farmaci approvati contro il cancro e le malattie infettive“. D’altronde, non esistono alternative. L’ultimo bilancio parla chiaro e preoccupa i dirigenti. Il vaccino per il Covid-19 era fino a poco tempo fa la principale fonte di reddito e copriva il 90% del fatturato annuo totale. I dati economici degli ultimi tre mesi, però, rivelano una perdita di 807,8 milioni di euro, quasi di otto volte superiore a quella di 190,4 milioni dello scorso anno.
Numeri che registrano la fine degli anni d’oro per questa azienda, coincidente con il superamento di un virus che ha scatenato il caos in tutto il mondo, mietendo vittime in ogni dove. Oggi il suo affievolirsi è un respiro di sollievo per la popolazione, meno per chi ci aveva ‘scommesso’ individuandolo come un importante mezzo di guadagno. Basti pensare che in Italia, su una popolazione di circa 60 milioni di persone, le dosi di vaccino somministrate dal 26 settembre del 2023 sono solo 2.211.682, come mostrano i dati ufficiali riportati sul proprio sito dal Ministero della Salute.