Scoperta rivoluzionaria nell’ambito della letteratura antica: scoperti frammenti di due tragedie perdute di Euripide
In un’epoca in cui sembra che ogni pietra della storia sia stata già rovesciata, una scoperta eccezionale illumina nuovi orizzonti per gli studiosi dell’antica Grecia e della sua inestimabile letteratura. Ricercatori statunitensi dell’Università del Colorado hanno portato alla luce frammenti finora sconosciuti di due tragedie perdute di Euripide, uno dei pilastri del dramma greco antico. Questo ritrovamento non solo arricchisce il corpus delle opere di Euripide ma apre anche nuove prospettive sulla comprensione della tragedia greca e del suo impatto culturale.
La scoperta è avvenuta nell’antico sito egiziano di Filadelfia, situato a circa un centinaio di chilometri a sud-ovest del Cairo. Nel novembre 2022, Yvona Trnka-Amrhein, professore presso il Dipartimento di Studi classici dell’università americana, ha ricevuto un papiro da Bassem Gehad, archeologo del Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano. L’esame dettagliato delle 98 righe dell’antico documento ha rivelato la presenza di testi attribuibili a due opere poco note di Euripide: “Polyidus” e “Ino”.
L’autenticazione dei frammenti è stata supportata da John Gibert, professore specializzato in lettere classiche all’Università del Colorado. Utilizzando il Thesaurus Linguae Graecae – una banca dati che raccoglie tutti i testi scritti in greco dall’antichità ai giorni nostri – i ricercatori hanno confermato l’autenticità dei testi basandosi su stile e metro tragico caratteristici delle opere euripidee. Dopo mesi di lavoro meticoloso, è emerso che l’80% dei contenuti era completamente inedito.
Il papiro offre uno sguardo senza precedenti su due narrazioni mitologiche rivisitate da Euripide. “Polyidus” esplora il mito cretese dove il veggente omonimo viene incaricato da Minosse e Pasifae di resuscitare il loro figlio Glauco. La trama si distingue per un lieto fine insolito nelle tragedie greche. “Ino”, d’altra parte, presenta una versione alternativa della figura mitologica tradizionalmente descritta come malvagia matrigna. I nuovi frammenti rivelano invece la sua vittimizzazione ad opera della terza moglie del re, culminando in una conclusione tragica conforme alle convenzioni drammatiche dell’epoca.
Questo ritrovamento non solo arricchisce la biblioteca mondiale con nuove opere d’un autore fondamentale come Euripide ma solleva anche interrogativi intriganti sulla varietà tematica e narrativa presente nella tragedia greca antica. La presentazione ufficiale dei risultati dello studio al Ninth Fountain Symposium promette ulteriori approfondimenti grazie ai contributi di eminenti specialisti nel campo delle tragedie greche. La scoperta rappresenta quindi un momento significativo per gli studiosi classici ed evidenzia l’importanza continua degli sforzi archeologici nel portare alla luce tesori nascosti che possono ridefinire la nostra comprensione della storia culturale umana.