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Curiosità

Parigi 2024, Tamberi e la colica renale: cos’è e come si cura

Published by
Alessandro Righi

Parigi 2024, Tamberi e la colica renale: cos’è, come viene e sopratutto come si cura, una delle patologie purtroppo più comuni e dolorose

Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono ormai solo un ricordo, ma quello che ha vissuto Gianmarco Tamberi, nelle ore immediatamente prima della sua gara, non si augura davvero a nessuno. Il nostro portabandiera, nonchè uno dei nostri atleti di punta, nelle ore subito precedenti alla sua gara, è stato costretto ad affrontare una sfida davvero inaspettata: una colica renale. Questo imprevisto, reso pubblico dallo stesso atleta, nel giorno stesso in cui Gianmarco l’ha accusato, ha sollevato in molti dei suoi tifosi, diversi interrogativi sulla natura della stessa colica, nonchè sulle cause pur cui si manifesta e quali sono i metodi con cui va trattata. Gli esperti dell’ospedale Niguarda di Milano sull’argomento, hanno fornito chiarimenti essenziali.

Anche Tamberi colpito dalle coliche renali-Ansa-Notizie.com

Il calcolo renale, o nefrolitiasi, si forma quando la concentrazione dei sali litogeni (come calcio, acido urico e ossalato) nelle urine aumenta a tal punto da formare cristalli. Questi cristalli possono aggregarsi formando il calcolo vero e proprio. Tale condizione interessa dal 5 al 10% della popolazione mondiale, con un incremento negli ultimi decenni dovuto principalmente all’aumento del consumo di proteine animali.

Colica renale: i sintomi e come curarla

Il sintomo più caratteristico di una calcolosi renale è la colica: un intenso dolore al fianco che può essere accompagnato da vomito e irrequietezza. Altre manifestazioni possono includere dolori simili a quelli lombari o la presenza di sangue nelle urine senza altri sintomi evidenti. È fondamentale non sottovalutare questi segnali ed effettuare controlli specifici per identificare eventuali fattori di rischio metabolici.

Gianmarco Tamberi-Ansa-Notizie.com

I calcoli inferiori ai 6 millimetri hanno buone possibilità di essere espulsi spontaneamente dal corpo. Per dimensioni maggiori può rendersi necessario un intervento terapeutico. Fino a poco tempo fa l’unica soluzione era chirurgica; oggi esiste anche la litotrissia, una tecnica non invasiva che utilizza onde d’urto per frammentare i calcoli senza necessità di incisione.

L’idratazione gioca un ruolo cruciale nella prevenzione dei calcoli renali: bere almeno 2 litri d’acqua al giorno può ridurre significativamente il rischio di recidive. È consigliabile anche limitare l’intake di sale e proteine animali mentre mantenere una dieta normo-calcica è preferibile per evitare problemi scheletrici correlati alla dispersione del calcio nelle urine.

I moderni approcci alla gestione delle calcolosi renali offrono speranza non solo agli atleti professionisti ma anche alla popolazione generale affetta da questa condizione . Seguendo le raccomandazioni degli esperti sull’alimentazione e sul trattamento, è possibile superare le crisi con successo, ma soprattuto è possibile prevenire l’insorgere della problematica, evitando a monte, i dolorosissimi sintomi.

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Alessandro Righi