Uno dei classici della letteratura italiana come ‘Cuore’ di De Amicis sotto la lente d’ingrandimento: pedagogia sentimentale o altruismo?
Lo scorso 10 agosto, la comunità letteraria e culturale si è riunita a San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena) in un evento che prometteva di scuotere le fondamenta della critica letteraria italiana. Il libro “Cuore” di Edmondo De Amicis è stato messo alla sbarra nell’edizione 2024 del tradizionale Processo storico, un appuntamento che da oltre due decenni mette in discussione personaggi, temi o periodi chiave della storia attraverso una forma di dibattito pubblico.
L’evento si è tenuto nella suggestiva cornice della Torre pascoliana a Villa Torlonia, luogo simbolo amministrato da Ruggero Pascoli e teatro dell’omicidio del padre del poeta Giovanni Pascoli nel lontano 1867. A guidare l’accusa contro “Cuore” c’era lo storico Roberto Balzani dell’Università di Bologna, mentre la difesa è stata affidata a Giampaolo Borghello, esperto di Letteratura italiana. Il verdetto è stato ovviamente emesso dal pubblico presente, che ha così trasformato l’iniziativa in un vero e proprio “tribunale” deciso dal giudizio popolare.
Edmondo De Amicis: l’impatto culturale di “Cuore”
Pubblicato nel 1886 dall’editore Treves e divenuto rapidamente un bestseller dell’epoca post-unitaria italiana, “Cuore” ha giocato un ruolo fondamentale nella formazione dello spirito nazionale. Attraverso il racconto delle avventure scolastiche del giovane Enrico Bottini e dei suoi compagni, De Amicis ha trasmesso valori quali l’amore per la patria, il rispetto delle autorità e lo spirito di sacrificio. Nonostante ciò, il romanzo non è mai stato esente da critiche legate al suo carattere pedagogico ed edificante.
Roberto Balzani ha più volte sollevato questioni riguardanti la rappresentazione delle diverse regioni italiane nel libro attraverso figure stereotipate di fanciulli. Queste rappresentazioni hanno probabilmente alluso anche a caratteristiche regionali specifiche ma sono servite anche a veicolare una visione edulcorata dell’Italia post-unitaria. La questione centrale era quindi se De Amicis avesse avuto o meno, ragioni valide per celebrare alcune figure infantili come modelli da prendere ad esempio.
Giampaolo Borghello ha evidenziato anche quelle che sono state le molteplici ragioni che hanno portato il libro ad avere un successo così duraturo: dalla sua capacità di ritrarre la scuola come microcosmo sociale all’universalità dei suoi personaggi con cui generazioni di lettori si sono identificate. Borghello ha più volto evidenziato come “Cuore” sia stato concepito come un opera volta all’edificazione morale dei giovani lettori attraverso l’esaltazione del bene e dell’altruismo. Questo processo simbolico riflette tuttora le continue discussioni sulla letteratura come strumento pedagogico versus veicolo artistico autonomo. Mentre alcuni vedono in “Cuore” una forzatura moralistica poco compatibile con i gusti contemporanei, altri ne apprezzano ancora oggi il valore educativo e ispiratore. Il Processo a Cuore non ha solo riacceso il dibattito su uno dei pilastri della letteratura infantile italiana ma ha anche offerto interessanti spunti per riflettere sul ruolo della narrativa nella formazione civica e morale delle future generazioni.