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Rivela ai conoscenti: “Voglio morire”. Poi dà fuoco all’appartamento

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Marco Ercole

Un ragazzo, che aveva rivelato ai parenti i propri pensieri suicidi, ha dato fuoco all’appartamento causando la morte di due persone

Quando l’essere umano cade vittima della follia si lascia andare a gesti irrazionali che talvolta possono avere delle conseguenze gravissime e perfino catastrofiche. A quest’ultimo gruppo appartiene la tragedia avvenuta qualche giorno fa a Takayama, nella prefettura di Gifu. Un ragazzo di 23 anni è stato arrestato con l’accusa di incendio doloso e omicidio dopo aver appiccato delle fiamme nella propria abitazione. Questa storia presenta in realtà dei retroscena molto particolari che vedono il ventitreenne come diretto protagonista e, in qualche modo, anche succube di una situazione mentale a lui tutt’altro che benevola, la quale ha certamente contribuito a questa tragedia.

Un ragazzo dà fuoco alla casa (Pixabay) – Notizie.com

Il giovane in questione è Ryusei Morie Ryuse ed è stato lui stesso a costituirsi alla polizia dopo aver deciso deliberatamente di dar fuoco a casa sua. Tra i suoi obiettivi, però, non c’era certamente quello di coinvolgere anche altre persone. Mentre, infatti, le fiamme divoravano la sua abitazione, queste hanno invaso anche quella di alcuni suoi vicini. Il bilancio è di due morti (un uomo di 80 anni e uno di 30) che sono stati ritrovati tra le ceneri delle case solo dopo che le fiamme sono state spente dall’immediato intervento dei vigili del fuoco. Ryuse, dopo che la situazione gli è sfuggita di mano, ha contattato pompieri e polizia per raccontare quel che aveva combinato.

I retroscena dietro l’incendio

Secondo quanto riportato da alcuni media locali, il ragazzo nei giorni scorsi era stato vittima di alcune crisi. Questo avrebbe addirittura chiamato un parente diversi giorni prima dell’incendio per condividere i pensieri suicidi che in quel periodo gli stavano passando per la mente. Lo stesso parente, dopo l’arresto di Ryuse, si sarebbe consultato con la polizia confessando gli strani discorsi e comportamenti che aveva assunto in quel periodo. Il ragazzo viveva da solo al primo piano dell’edificio. Il proprietario dell’appartamento, un uomo di circa 70 anni, ha parlato ai microfoni di alcune emittenti, confessando un retroscena molto particolare.

Sono due le vittime coinvolte (Pixabay) – Notizie.com

Questo ha raccontato che nel pomeriggio dell’8 agosto – data dell’incidente – c’erano stati alcuni problemi con Ryuse, dopo che lo stesso aveva danneggiato la porta dell’appartamento di un altro residente al secondo piano.

Le lamentele del ventitreenne riguardavano, a quanto racconta, il rumore che il vicino stava facendo in continuazione. Il proprietario ha voluto espressamente sottolineare che: “Quando Ryuse diceva che era rumoroso e bussava al soffitto, il residente di sopra bussava al pavimento. Non andavano d’accordo“. Tutto materiale utile per le indagini.

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