Alcuni dei ‘no vax’ licenziati da Swiss hanno chiesto il risarcimento all’azienda ma hanno avuto una spiacevole sorpresa: richiesta respinta
Il Tribunale distrettuale di Bülach, situato nella regione di Zurigo, ha recentemente emesso una sentenza che ha suscitato notevole interesse nel settore aeronautico e oltre. La decisione riguarda il caso di alcuni dipendenti della compagnia aerea svizzera Swiss, i quali avevano intrapreso un’azione legale contro l’azienda per essere stati licenziati a seguito del loro rifiuto di sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid-19.
La controversia ha origine alla fine del 2021 quando Swiss, seguendo una politica interna volta a garantire la sicurezza dei voli e la salute pubblica in un periodo ancora fortemente influenzato dalla pandemia globale, aveva introdotto l’obbligo di vaccinazione per i propri dipendenti. Questa misura era stata giustificata dall’esigenza dei membri dell’equipaggio di viaggiare frequentemente all’estero, dove le normative relative all’ingresso nei vari Paesi potevano variare rapidamente e richiedere specifiche certificazioni sanitarie.
Nonostante le argomentazioni presentate dai ricorrenti e dalla loro rappresentanza legale durante il dibattimento tenutosi ad aprile – dove era stato sottolineato come la quasi totalità dell’equipaggio avesse aderito volontariamente alla campagna vaccinale – il Tribunale distrettuale di Bülach ha deciso per il respingimento delle richieste di risarcimento. I dettagli specifici delle motivazioni che hanno portato a tale esito saranno resi noti solo alla fine di novembre; tuttavia, è già chiaro che questa decisione potrebbe avere importanti ripercussioni sulle politiche aziendali in materia di salute pubblica e sicurezza sul lavoro.
I quattro ex dipendenti coinvolti nel procedimento legale avevano chiesto un risarcimento pari a sei mesi dello stipendio quale compensazione per quello che ritenevano essere stato un licenziamento ingiustificato. La loro azione rifletteva non solo una questione personale ma sollevava interrogativi più ampi sulla bilancia tra diritti individuali e necessità collettive in tempi eccezionalmente critici come quelli vissuti durante la pandemia.
La sentenza arriva in un contesto in cui altre compagnie aeree internazionalmente note – inclusa Lufthansa, gruppo al quale appartiene anche Swiss – non avevano imposto obblighi vaccinali simili ai propri equipaggi eccetto che per destinazioni specifiche con requisiti particolari. Questa discrepanza nelle politiche adottate solleva questioni sulla gestione delle emergenze sanitarie nel settore dell’aviazione civile e sulle responsabilità di alcune aziende verso i lavoratori.
Mentre si attendono ulteriori dettagli sulle motivazioni della sentenza e possibili ricorsi da parte dei ricorrenti, questo caso evidenzia l’importanza cruciale della comunicazione tra datore di lavoro e dipendenti nell’affrontare questioni etiche come quelle della vaccinazione obbligatoria. Inoltre, pone l’accento sulla necessità per le aziende di navigare con attenzione tra misure preventive volte alla tutela della salute pubblica ed il rispetto delle libertà individuali dei lavoratori.