Il Nuovo Fronte Popolare (NFP) rifiuta di partecipare al secondo giro di consultazioni, lasciando la Francia in una situazione politica incerta e senza una maggioranza chiara all’Assemblea nazionale.
La Francia si trova in un momento di grande instabilità politica, con il presidente Emmanuel Macron che fatica a trovare una soluzione per formare un nuovo governo. Dopo un primo giro di consultazioni fallito, il secondo, previsto per martedì, si preannuncia altrettanto complicato.
La sinistra del Nuovo Fronte Popolare (NFP), guidata da Olivier Faure, ha annunciato che non parteciperà alle trattative, in segno di protesta contro la decisione di Macron di non nominare un primo ministro proveniente dalle loro fila.
Lunedì, il tentativo di Emmanuel Macron di formare un nuovo governo è naufragato a causa della mancanza di consenso tra i vari schieramenti politici. Martedì si aprirà un secondo giro di consultazioni, ma la situazione appare sempre più complicata. Il Nuovo Fronte Popolare (NFP), coalizione di sinistra che ha ottenuto il maggior numero di voti nelle elezioni di oltre un mese fa, ha deciso di boicottare le nuove discussioni.
Il leader dell’NFP, Olivier Faure, ha chiuso le porte all’Eliseo, contestando la scelta del presidente Macron di non nominare un primo ministro appartenente alla loro coalizione. Macron, da parte sua, ha giustificato la decisione affermando che un governo formato solo dal NFP non avrebbe i numeri per ottenere la fiducia, né per durare a lungo. Infatti, nessuno dei blocchi politici presenti all’Assemblea nazionale dispone della maggioranza necessaria per governare: la sinistra ha 193 seggi, la coalizione centrista di Macron 166, il centrodestra dei Repubblicani 47 e l’estrema destra del Rassemblement National 142.
La mancanza di una maggioranza chiara sta creando un’impasse politica senza precedenti, con tutti gli occhi puntati sul presidente Macron, che deve trovare una soluzione per evitare che il Paese sprofondi ulteriormente nel caos. La tensione è palpabile, e il rifiuto dell’NFP di partecipare alle consultazioni non fa che aumentare l’incertezza sul futuro politico della Francia.