Oggi come oggi fare il medico è diventata un occupazione ad alto rischio: malattie e aggressioni spaventano le nuove leve
La professione medica, un tempo considerata tra le più nobili e sicure, sta attraversando una fase di profonda crisi. Secondo Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia, essere medico oggi significa trovarsi “in trincea”, esposti a un elevato rischio sia per la propria salute che per l’incolumità personale.
La recente scomparsa del dottor Vito Procacci ha riacceso i riflettori sulle condizioni lavorative dei medici. La sua dedizione durante la pandemia è stata emblematica dell’abnegazione tipica di questa professione. Tuttavia, come sottolineato da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), lo stress a cui sono sottoposti i medici può avere conseguenze devastanti sulla loro salute mentale e fisica.
Stress e burnout sono nemici silenziosi per un medico
I turni prolungati, la pressione costante e la necessità di prendere decisioni rapide contribuiscono all’esaurimento fisico, emotivo e mentale noto come burnout. A ciò si aggiunge il problema della privazione del sonno e della fatica cronica. Un aspetto meno noto è il limitato accesso alle cure personali da parte dei medici stessi, che spesso trascurano la propria salute a favore di quella altrui.
Oltre allo stress psicologico legato alla gestione quotidiana di situazioni complesse tra vita e morte, i medici sono esposti a malattie professionali dovute al contatto con infezioni (come evidenziato dalla pandemia di Covid-19), sostanze chimiche e radiazioni. Questa esposizione continua può portare ad aumentare il rischio di disturbi cardiovascolari, metaboliche disfunzioni ed infiammazioni croniche. Un altro grave problema affrontato dai professionisti sanitari è l’aumento delle aggressioni fisiche e verbali. Con 16 mila episodi registrati in un anno solo in Italia – un numero in crescita – molti operatori sanitari si trovano a desiderare una via d’uscita dal servizio pubblico per preservare la propria salute mentale ed evitare situazioni potenzialmente pericolose.
Quello del medico sta diventando un lavoro “veramente molto molto pericoloso”, come evidenzia Mencacci. La combinazione letale tra stress lavorativo elevato, esposizione a malattie professionali ed aggressioni rendono questa nobile professione sempre più insostenibile. È fondamentale riconoscere questi rischi ed agire concretamente per proteggere coloro che dedicano la loro vita alla cura degli altri. Solo così sarà possibile salvaguardare non solo il benessere dei singoli professionisti ma anche l’integrità dell’intero sistema sanitario nazionale.