Un bambino in un museo ha distrutto un’anfora risalente a circa all’età del bronzo, la decisione del museo è inaspettata
Nei musei le parole ‘attenzione’ e ‘non toccare’ spuntano sui cartelli ogni dieci metri per ribadire al pubblico di limitarsi a osservare a distanza i reperti storici che vengono offerti. Bisogna comunque considerare che, quando ci si relaziona con i vari oggetti esposti, si sta entrando in contatto con testimonianze risalenti a milioni e milioni di anni fa. Ragion per cui il valore di tali esposizioni supera ogni cifra potenzialmente immaginabile ed è anche nell’interesse di chi osserva evitare che qualcosa possa andare storto, onde evitare di metter mano al proprio portafoglio e spendere cifra a volte impossibili da sostenere.
Nonostante questo, per noncuranza o distrazione è capitato che qualcosa si rompesse. Più volte è avvenuto che un turista sbadato ha toccato qualche reperto antico, quindi delicato, frantumandolo e pagandone, nel vero senso della parola, tutte le conseguenze (economiche e non solo). L’ultimo avvenimento in ordine cronologico risale a qualche giorno fa, in Israele. Lì, dentro a un museo pieno zeppo di testimonianze appartenenti a migliaia di anni fa, una famiglia di turisti, insieme al loro bambino, si sono resi protagonisti della distruzione di un vaso. Il piccolo ha per sbaglio distrutto l’oggetto, terrorizzando la propria famiglia per le conseguenze che quel gesto avrebbe potuto scatenare.
La decisione del museo dopo l’incidente
A riportare la clamorosa notizia è la BBC. Dal Regno Unito, la nota emittente locale, ha fatto sapere che l’incidente è avvenuto dentro al Museo Hecht della città di Haifa. Il raro manufatto in questione, finito in mille pezzi, era un’anfora di 3.500 anni fa, quindi appartenente all’età del bronzo – collocabile tra il 2300 a.C. e il 950-800 a.C. -, ed era stato ritrovato durante gli scavi ancora completamente intatto. Il vaso si trovava all’ingresso del museo senza vetro protettivo. Questo perché i dirigenti ritenevano che vi fosse un fascino speciale nell’esporre i reperti archeologici senza ostacoli per il pubblico.
Una decisione che, nonostante i rari incidenti, il museo ha chiarito che manterrà per permettere ai meno sbadati di continuare a osservare più ‘dal vivo’ questi reperti. E non solo. Questi ci hanno tenuto anche a chiarire che, essendosi trattato di un incidente, non hanno alcuna intenzione di punire il bambino o la sua famiglia. Anzi, dopo lo spiacevole fatto, hanno deciso di invitarli nuovamente a fare la visita. Per quel che concerne, invece, l’anfora: è stato contattato un esperto che avrà ora il compito di restaurarlo, il tutto a spese dello stesso museo che non vede l’ora di riesporlo.