Il cancro al pancreas che ha ucciso via Sven Goran Eriksson si cura?

Il cancro al pancreas qualche giorno fa si è portato via l’ex allenatore di Lazio Roma e Samp, Sven Goran Eriksson…ma come si cura questo male?

La scomparsa di Sven Goran Eriksson, ex allenatore di calcio di fama internazionale, ha riacceso i riflettori su una delle malattie più temute e difficili da trattare: il tumore del pancreas. Con 14.500 nuovi casi l’anno in Italia, questa neoplasia continua a rappresentare una sfida significativa per la medicina moderna.

Erikkson tumore pancreas
Erikkson e il suo tumore al pancreas-Ansa-Notizie.com

Il tumore del pancreas è noto per essere particolarmente aggressivo e difficile da diagnosticare nelle sue fasi iniziali. La sua prognosi è tra le più severe tra tutti i tipi di cancro, con tassi di sopravvivenza che non superano il 12% a cinque anni dalla diagnosi. Questo rende essenziale la ricerca continua per trovare metodi di trattamento più efficaci e meno invasivi.

Tumore al pancreas: i fattori di rischio e la prevenzione

I fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare un tumore al pancreas includono abitudini nocive come il fumo, l’obesità, una dieta ricca in grassi e proteine animali, oltre alla presenza di specifiche mutazioni genetiche. L’eliminazione del fumo potrebbe ridurre significativamente i decessi legati a questa malattia. È fondamentale quindi adottare uno stile di vita sano ed essere consapevoli della propria storia familiare riguardante il cancro.

Tumore pancreas
Tumore pancreas e i fattori di rischio-Ansa-Notizie.com

La diagnosi precoce del tumore al pancreas rimane complessa poiché i sintomi tendono a manifestarsi solo quando la malattia è già avanzata. Tecniche diagnostiche come la tomografia computerizzata (Tc), l’ecografia dell’addome e la tomografia a emissione di positroni (Pet) sono strumentali nel rilevamento dei tumori pancreatici e delle eventuali metastasi. Nonostante le difficoltà nella cura del tumore pancreatico, esistono trattamenti che possono prolungare la vita dei pazienti o migliorarne la qualità. L’intervento chirurgico rimane un’opzione per coloro in cui il cancro è stato diagnosticato in fase localizzata; tuttavia, solo una minoranza dei pazienti si trova in questa condizione favorevole. La chemioterapia e la radioterapia rappresentano altre opzioni terapeutiche importanti, specialmente nei casi non operabili.

La ricerca scientifica sta esplorando nuove vie per combattere questo tipo di cancro, inclusa l’utilizzo dei farmaci a bersaglio molecolare come gli inibitori tirosin-chinasici ed erlotinib o olaparib per pazienti con mutazioni nei geni Brca1/Brca2. Anche l’immunoterapia sta emergendo come un promettente campo d’intervento grazie alla sua capacità di potenziare le difese naturali dell’organismo contro le cellule tumorali. Sebbene quindi, il cammino verso una cura definitiva sia ancora lungo e irto d’ostacoli, gli sforzi della comunità scientifica internazionale continuano senza sosta nella speranza di trovare soluzioni sempre più efficaci contro questo devastante nemico della salute umana.

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