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Curiosità

Il rumore aumenta il rischio di infarto, cosa dice lo studio

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Il rumore fa male al cuore, aumenta rischio infarto: gli studi hanno rivelato quanto questo aspetto sia pericoloso e da monitorare

Il caos sonoro delle grandi città non è solo un disturbo per le orecchie dei suoi abitanti ma rappresenta anche un serio pericolo per la salute del cuore. Due recenti studi europei hanno messo in luce come l’inquinamento acustico urbano possa effettivamente aumentare il rischio di infarto miocardico, soprattutto tra i giovani e coloro che hanno già sofferto di attacchi cardiaci.

Rumore, fa male al cuore – notizie.com

I risultati presentati al Congresso della European Society of Cardiology Esc 2024 a Londra rivelano un impatto negativo significativo dell’inquinamento acustico sulla salute cardiaca. Lo studio tedesco ‘Decibel-Mi’, condotto su pazienti under 50 ricoverati per infarto miocardico acuto a Brema, ha evidenziato come questi individui fossero esposti a livelli di rumore superiori rispetto alla popolazione generale. L’analisi del fattore inquinamento acustico nei modelli di previsione si è dimostrata utile nell’identificare le persone più a rischio, suggerendo una prevenzione più mirata.

Le implicazioni dei risultati degli studi

Dall’altra parte, lo studio francese ‘Envi-Mi’ ha analizzato i dati di pazienti sopravvissuti ad un infarto miocardico acuto, scoprendo che l’esposizione notturna al rumore urbano era fortemente associata a una prognosi peggiore a distanza di un anno dall’evento cardiaco. Per ogni aumento di 10 decibel A (dBa) del livello medio di rumore durante la notte, si osservava un incremento del 25% nel rischio di eventi cardiovascolari maggiori.

Inquinamento acustico, un pericolo – notizie.com

Queste ricerche offrono nuove prospettive sull’impatto dell’esposizione al rumore sulla salute cardiaca e suggeriscono la necessità di integrare questo fattore nei modelli tradizionali di valutazione del rischio cardiovascolare. In particolare, lo studio francese apre la strada a potenziali strategie preventive basate sull’ambiente urbano, come l’introduzione di barriere antirumore per proteggere i pazienti con alto rischio post-infarto.

La conferma da parte di ulteriori studi prospettici potrebbe rivoluzionare l’approccio alla prevenzione secondaria delle malattie cardiovascolari. La considerazione dell’inquinamento acustico come fattore da tenere in conto nella valutazione del rischio individuale potrebbe portare allo sviluppo di nuove strategie preventive che includono interventi sul contesto abitativo e lavorativo delle persone affette da patologie cardiache.

Questi studii evidenziano quanto sia importante considerare tutti gli aspetti dell’inquinamento – non solo quello atmosferico ma anche quello sonoro – nella gestione della salute pubblica e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. La sfida futura sarà quella di implementare queste conoscenze in politiche sanitarie ed urbanistiche efficaci per ridurre il peso delle malattie cardiache nelle società moderne sempre più rumorose.

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