Ricerca: secondo gli scienziati dell’USM potrebbe arrivare dalla curcumina un valido aiuto nella battaglia contro la Sma
La ricerca scientifica continua a fare passi da gigante nel campo delle malattie genetiche rare, e l’ultima novità arriva dall’Università Statale di Milano, dove uno studio ha messo in luce il potenziale della curcumina come supporto nel trattamento della Sma (Atrofia Muscolare Spinale). Questa scoperta apre nuove prospettive per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da questa patologia.
La Sma colpisce neonati, bambini e giovani adulti causando una progressiva perdita di motoneuroni, con conseguenze dirette sull’attività respiratoria e motoria. Nonostante i recenti progressi farmacologici, molti pazienti mostrano una risposta insufficiente ai trattamenti disponibili. In questo contesto si inserisce lo studio milanese che esplora nuove vie terapeutiche.
Il ruolo antiossidante della curcumina
La curcumina è un composto polifenolico presente nella curcuma, noto per le sue proprietà antiossidanti. Utilizzata da millenni nelle tradizioni cinesi e indiane per i suoi benefici sulla salute, oggi viene studiata anche in ambito scientifico occidentale. L’indagine condotta dall’Università Statale di Milano ha evidenziato come la curcumina possa influenzare positivamente le cellule staminali neurali (Nsc), cruciali per la differenziazione in motoneuroni.
I ricercatori Raffaella Adami e Daniele Bottai del dipartimento di Scienze farmaceutiche dell’Università Statale di Milano, insieme a Monica Canepari dell’Università di Pavia, hanno dimostrato che la curcumina modifica alcune proprietà fisiologiche delle Nsc sia sane che affette da Sma. Queste modifiche potrebbero rappresentare un passaggio chiave verso il miglioramento delle condizioni dei pazienti con risposte insufficienti ai trattamenti farmacologici attuali.
Sebbene gli antiossidanti come l’Olesoxime abbiano mostrato limitazioni nel lungo termine nel trattamento della Sma, l’utilizzo alternativo di sostanze come la curcumina apre a possibilità innovative. Gli autori dello studio sottolineano che ulteriori ricerche saranno necessarie per comprendere appieno i meccanismi attraverso cui la curcumina agisce sulle Nsc e sulla proteina Nrf2 nel modello di Sma esaminato. Questo lavoro rappresenta un importante punto di partenza verso lo sviluppo di strategie terapeutiche complementari ai farmaci già disponibili per la Sma. La speranza è quella di poter offrire nei prossimi anni soluzioni più efficaci ed inclusive per tutti i pazienti affetti da questa grave malattia genetica rara.