E’ proprio vero al peggio non c’è mai fine: Influencer sui social chiede soldi per un cane malato, ma in realtà…
In un mondo sempre più digitalizzato, dove la linea tra realtà e finzione online si fa sottile, emerge una vicenda che solleva interrogativi sulla trasparenza e l’etica delle raccolte fondi attraverso i social media. Un’influencer ha recentemente lanciato un appello ai propri follower per raccogliere fondi destinati alle cure del suo cane Ares, dichiaratamente malato. La richiesta di aiuto economico è stata veicolata tramite il sito GoFundMe, ma ciò che inizialmente sembrava un gesto di solidarietà si è presto trasformato in oggetto di controversia.
Il Codacons ha mosso i primi passi verso la ricerca della verità, presentando una segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) e alla Guardia di Finanza. L’associazione chiede l’avvio di un procedimento istruttorio per fare luce sull’iniziativa dell’influencer, soprattutto dopo il suo ritorno da una vacanza definita “extra lusso” in Thailandia. La mobilitazione degli utenti sui social media ha superato le aspettative, raccogliendo una somma superiore ai 6mila euro indicati come necessari per le cure del cane. Tuttavia, emergono dubbi significativi riguardanti la gestione delle donazioni e la veridicità delle fatture presentate a sostegno dell’operazione.
La situazione solleva questioni importanti relative alla mancanza di trasparenza e potenziale ingannevolezza nei confronti dei consumatori. Se da un lato gli occhi arrossati dell’influencer hanno suscitato empatia tra i follower, dall’altro molti hanno iniziato a interrogarsi sulla reale destinazione dei fondi raccolti. Il Codacons evidenzia come tale pratica possa configurarsi come commerciale ingannevole: induce il consumatore medio a prendere decisioni che altrimenti non avrebbe considerato.
L’appello sfruttando l’onda emotiva, lanciato dall’influencer ha rappresentato un ulteriore punto critico nella vicenda. Vicenda che il Codacons ha analizzato in maniera approfondita. Il forte coinvolgimento emotivo, indotto dall’influencer nei consumatori ha infatti rischiato di far perdere loro, la capacità di valutare razionalmente le proprie scelte. Di fronte a richieste d’aiuto così toccanti è difficile rimanere indifferenti; tuttavia è essenziale garantire che tali appelli non nascondano intenzioni meno nobili.
Di fronte a questi dubbi condivisi sia dalla stampa sia dagli utenti dei social network, il Codacons ha deciso di rivolgersi direttamente alle autorità competenti: AgCom e Guardia di Finanza sono state sollecitate ad aprire indagini approfondite sul caso. L’obiettivo è duplice: accertare la legittimità della raccolta fondi avviata dall’influencer ed esaminare con attenzione le presunte fatture pubblicate online. Questa vicenda mette in evidenza quanto sia cruciale operare con massima trasparenza nel mondo digitale odierno – soprattutto quando si tratta della generosità altrui – affinché fiducia ed empatia non vengano mai tradite o sfruttate impropriamente.