Giorgia Meloni svela i nomi di chi avrebbe tramato contro il governo e portato alla caduta di Gennaro Sangiuliano. Ecco i protagonisti dello scontro.
Palazzo Chigi è in fermento. Giorgia Meloni, tra i suoi fedelissimi, parla apertamente di un “ricatto” orchestrato contro il suo governo. Dietro le quinte si nascondono nomi di peso della politica italiana: Matteo Renzi, Salvo Nastasi e Dario Franceschini. La vicenda legata alla caduta di Gennaro Sangiuliano come Ministro della Cultura sembra essere solo la punta dell’iceberg di un conflitto politico più ampio.
L’accusa lanciata da Meloni non solo ha sollevato il velo su una crisi interna, ma ha aperto uno spiraglio su un gioco di potere che potrebbe avere ripercussioni nei mesi a venire. Il futuro politico del governo Meloni si preannuncia turbolento, con nuovi capitoli pronti a scriversi dietro le quinte del potere.
Nelle ultime ore, Palazzo Chigi è stato teatro di un confronto serrato che ha portato all’uscita di scena di Gennaro Sangiuliano, ormai ex Ministro della Cultura. Giorgia Meloni non ha usato mezzi termini: la premier avrebbe parlato di un vero e proprio “ricatto” messo in atto da figure ben precise, individuate in Matteo Renzi, Salvo Nastasi e Dario Franceschini.
Questi nomi, da sempre influenti nel panorama politico italiano, sarebbero stati gli artefici di una trama contro il governo. Durante la mattinata, Meloni avrebbe confidato ai suoi collaboratori che la vicenda di Sangiuliano è solo l’ultimo atto di una strategia più ampia per destabilizzare il suo esecutivo.
Un “sistema di potere”, come lo ha definito, che avrebbe preso di mira una delle figure più vicine alla premier per minare la sua leadership. Secondo quanto riferito, Renzi, Nastasi e Franceschini avrebbero sfruttato i loro contatti e la loro esperienza per creare una pressione mediatica e politica attorno a Sangiuliano, portandolo alla resa.
La vicenda, ancora poco chiara nei dettagli, sembra intrecciarsi con dinamiche più complesse all’interno del mondo culturale e politico italiano. Meloni, tuttavia, ha fatto sapere di non essere disposta a cedere. Con la nomina di Alessandro Giuli come nuovo ministro della Cultura, la premier lancia un messaggio chiaro: chiunque tenti di ostacolare il suo governo dovrà fare i conti con una leadership determinata e pronta a respingere ogni attacco.