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Scontro mortale tra clan e ultrà: “Vuoi ammazzarmi? Non ho paura di te”

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Tania Guaida

Il leader degli ultrà Beretta minacciato di morte da un esponente del clan Bellocco. La faida esplode davanti a una palestra di Cernusco sul Naviglio.

Facciamo un passo indietro su cosa è accaduto e ripercorriamo le tappe della vicenda, prima della morte di Bellocco. Secondo le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, Beretta, un capo ultrà di 49 anni, avrebbe avuto uno scontro verbale con Bellocco, affiliato a un noto clan malavitoso, fuori da una palestra a Cernusco sul Naviglio.Beretta, contrariato dalla presenza di un uomo legato al clan Bellocco nel direttivo della curva nerazzurra, avrebbe accusato Bellocco di un possibile “attacco”.
Prima la lite, poi l’aggressione a vicenda e poi la morte di Bellocco Notizie.com foto Ansa

 

Le tensioni sono nate in seguito alla scoperta da parte di Beretta che il clan Bellocco stava pianificando la sua eliminazione. Questo scontro ha acceso ulteriormente le già delicate dinamiche di potere all’interno della curva, specialmente dopo la morte di Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà interista, assassinato da killer ancora non identificati.

Clan e Ultrà, due mondi sempre più collegati: i dettagli della vicenda

“Sì, ammazziamo te e tutta la tua famiglia”. Con queste parole un 36enne legato al clan Bellocco avrebbe minacciato il capo ultrà Marco Beretta durante un incontro davanti a una palestra a Cernusco sul Naviglio. Beretta, però, non ha ceduto alla paura, rispondendo a tono. Le indagini dei carabinieri svelano i retroscena di una vendetta orchestrata ai suoi danni.
Un attacco organizzato e pianificato: la lite tra Beretta e Bellocco Notizie.com foto Ansa

 

E’ stato di rilievo il video dell’aggressione mortale. Sul corpo della vittima, Beretta ha infierito più volte. Lo stesso Beretta che, per svariate ragioni, era solito girare armato. Oggi lo stesso si trova nel carcere di Opera. Nel frattempo le autorità sono al lavoro per capire se, altri ultrà, potrebbero essere coinvolti nei fatti e nelle indagini.
E’ cosa nota che, tra curve e clan c’è un legame. Infiltrazioni della criminalità organizzata negli stadi e negli affari e, come non bastasse, alleanza strategiche nel settore del tifo. ad ogni modo, tornando al fatto di Milano, i pm negli atti chiariscono che, Beretta, non è stato vittima di aggressione.
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Tania Guaida