Il nuovo anno scolastico è appena cominciato con l’apertura delle scuole di Bolzano, ma si viaggia già tra incertezze e criticità…
L’anno scolastico 2024/25 si apre sotto il segno delle sfide e delle incertezze, con una situazione che vede coinvolti docenti, presidi, supplenti e personale Ata in un contesto di difficoltà già ben noto. Le campane hanno iniziato a suonare a Bolzano, inaugurando una serie di rientri scaglionati che vedranno gli ultimi studenti fare ingresso nelle aule solo il 16 settembre.
Giuseppe D’Aprile della Uil Scuola sottolinea come i problemi di sempre si ripresentino anche quest’anno: oltre 200 mila supplenti necessari, di cui 106.000 per il sostegno, evidenziando un impatto negativo sulla continuità didattica. Anche la situazione del personale Ata non è migliore, con un precariato che supera le 50 mila unità. Ivana Barbacci della Cisl Scuola aggiunge che le nomine da completare sono molte e che ci sarà una carenza significativa rispetto ai posti vacanti disponibili.
Le procedure concorsuali nei mesi scorsi, sono state al centro di numerosissime critiche per la loro inefficienza nel garantire stabilità lavorativa e continuità didattica. Rino Di Meglio della Gilda degli insegnanti lamenta la ripetitività dei problemi legati ai concorsi. Gianna Fracassi della Flc Cgil critica l’autonomia differenziata e sottolinea l’insufficienza delle risorse destinate alla scuola nella legge di bilancio.
I rappresentanti delle sigle sindacali più importanti, sono tutti concordi sulla necessità di riformare profondamente, sia il sistema di reclutamento, che la gestione del personale scolastico. Questo è ritenuto fondamentale per uscire dalla spirale annuale di precarietà ed emergenza. La proposta è quella di trasformare l’organico di fatto in organico di diritto per garantire assunzioni su tutti i posti vacanti.
Nonostante le numerose difficoltà evidenziate dai sindacati, c’è anche uno spirito positivo verso il lavoro svolto dal personale della scuola che continua ad impegnarsi con dedizione nonostante le avversità. L’appello finale è quello di investire realmente nella scuola per garantirne la qualità come pilastro dello sviluppo del Paese. L’inizio dell’anno scolastico 2024/25 si presenta carico d’incertezze ma anche con la speranza che possano essere intraprese azioni concrete per risolvere le problematiche strutturali del sistema educativo italiano. La strada da seguire sembra chiara: investimenti adeguati e riforme coraggiose sono indispensabili per garantire a studenti ed insegnanti un futuro migliore all’interno dell’universo scolastico nazionale.