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Classi con troppi stranieri, gli italiani ritirano i figli: la verità sul caso di Fondi

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Una classe con troppi alunni stranieri ha portato i genitori di un gruppo di bambini italiani a chiedere il nulla osta per i loro figli: la dinamica fa discutere.

In un contesto educativo sempre più globalizzato, il caso dell’istituto comprensivo Alfredo Aspri di Fondi emerge come emblematico delle tensioni che possono nascere quando la composizione delle classi scolastiche riflette una maggioranza straniera. Questa situazione ha portato i genitori degli alunni italiani a chiedere il nulla osta per trasferire i propri figli in altre sezioni o istituti, evidenziando una problematica significativa riguardante l’integrazione scolastica e la convivenza multiculturale.

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La decisione dei genitori italiani ha suscitato preoccupazioni tra le comunità straniere locali, in particolare quella indiana, rappresentata da Gurmukh Singh. Quest’ultimo ha sottolineato come l’accaduto rappresenti un passo indietro nel processo di integrazione, annunciando l’intenzione di non fermarsi fino a quando non verranno adottate misure per mischiate le classi, garantendo così un ambiente più inclusivo e rappresentativo della società multiculturale in cui viviamo.

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Annarita Del Sole, dirigente dell’istituto Amato che condivide lo stesso edificio con l’Aspri, ha offerto una spiegazione per questa tendenza. Ha rivelato che circa il 30% degli alunni del suo istituto sono extracomunitari e che molti genitori italiani temono che la presenza significativa di studenti stranieri possa rallentare le lezioni a causa delle difficoltà linguistiche. Questa percezione ha portato alla richiesta di trasferimento degli alunni italiani verso sezioni o istituti con una minore presenza straniera.

L’Ufficio scolastico regionale ha risposto prontamente alla situazione invitando la dirigente dell’Aspri a riequilibrare le classi prime. L’obiettivo è quello di ristabilire un giusto bilancio tra studente italiano e straniero, promuovendo principi e valori fondamentali quali l’integrazione e il rispetto reciproco all’interno del contesto educativo.

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Adriana Izzo, preside dell’istituto Aspri, ha quindi espresso profondo dispiacere per gli eventi verificatisi e ha assicurato che verranno adottate misure per superare le criticità attraverso una riorganizzazione dei gruppi classe e l’attuazione di modelli organizzativi didattici aperti alla collaboratività. Il suo impegno riflette la volontà dell’istituzione scolastica di affrontare proattivamente le sfide poste dalla diversità culturale all’interno delle sue classi.

Ivana Barbacci della Cisl Scuola, frattanto, ha segnalato come sia fondamentale evitare qualsiasi forma di segregazione basata su estrazione sociale, religione o cittadinanza nelle scuole italiane. Inoltre, da segnalare come i Preside dell’ANP (Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, già Associazione Nazionale Presidi) abbiano evidenziato l’iniziativa del ministero dell’Istruzione volta ad affrontare le carenze linguistiche degli studente origini estere attraverso corsi aggiuntivi extracurricolari finanziati da fondi ad hoc PON.

Il caso dell’istituto Alfredo Aspri diventa così uno spunto cruciale per riflettere sulla necessità imperante nell’Italia contemporanea: promuovere politiche educative inclusive capaci non solo d’integrare ma anche valorizzare la ricchezza culturale apportata dagli studente provenienti da diverse parti del mondo.

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