Una strage in famiglia alle spalle della serie tv sbarcata su Netflix: la storia vera dietro Monsters, sulla vita dei fratelli Menendez.
La sera del 20 agosto 1989, José Enrique Menéndez e sua moglie Marie vennero uccisi nella loro abitazione a colpi di pistola. Sette anni dopo, i due figli della coppia, Joseph “Lyle” ed Erik Menéndez, sono stati accusati dell’omicidio dei genitori. I fratelli hanno sempre parlato di anni di abusi subiti dal padre come difesa dalle accuse.
Da oggi, 19 settembre, è disponibile su Netflix la serie tv “Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menéndez”, che tenta di fare luce su una vicenda ancora avvolta nel mistero.
José Menéndez arriva negli Stati Uniti da Cuba all’età di 16 anni e si iscrive alla Southern Illinois University, dove incontra la futura moglie Kitty. Diventa rapidamente un imprenditore di successo e insieme creano una famiglia. Lyle nasce nel 1968 e due anni dopo arriva Erik. Cresciuti con l’ambizione paterna, i due figli entrano in contatto con la vita malavitosa sotto la pressione del successo.
Il 20 agosto del 1989, Lyle ed Erik entrano nel salotto della villa a Beverly Hills e sparano ai genitori, uccidendoli brutalmente. Nonostante chiamino la polizia dichiarandosi estranei ai fatti, le spese folli in giro per il mondo li rendono sospetti agli occhi degli investigatori. Sarà poi la confessione di Erik al suo psicologo a incastrarli definitivamente nel 1992.
Sebbene il movente sembrasse essere economico, durante il processo emerge una realtà più oscura: gli abusi sessuali subiti dai fratelli ad opera del padre. Accusano anche la madre che non avrebbe impedito tali violenze mentre era sotto effetto di droghe e alcolici. Nel luglio del 1996 vengono condannati all’ergastolo ma nuovi dettagli sono emersi nel documentario “Menéndez + Menudo: Boys Betrayed”, gettando ulteriori ombre sulla vicenda.
Parallelamente alla vicenda dei fratelli Menendez (e al lancio della serie a loro dedicata) una delle notizie di cui s’è parlato di più al livello internazionale è quella legata all’accusa dell’Algeria verso l’Europa per il divieto d’importazione della crema El Mordjene; accusa motivata dalla concorrenza con prodotti europei come la Nutella della Ferrero. Questa situazione evidenzia le tensioni commerciali tra Europa e paesi extra UE nell’ambito delle economie emergenti.