In alcune parti della Sicilia (Caltanissetta ed Enna in primis) la siccità è davvero un’emergenza: la disperazione dei cittadini.
La Sicilia centrale sta vivendo una delle sue peggiori crisi idriche degli ultimi anni. La lunga e intensa siccità ha portato a una situazione insostenibile per i cittadini di Caltanissetta ed Enna, dove le proteste si stanno moltiplicando. A Caltanissetta, un intero quartiere è rimasto senza acqua per più di 50 giorni, spingendo alcuni residenti alla drastica decisione di voler stracciare le bollette dell’acqua in segno di protesta. In alcune zone, l’acqua arriva solo ogni due settimane e, nelle aree più fortunate, ogni settimana ma solo per poche ore. Questa grave carenza sta causando disperazione tra la popolazione che chiede interventi urgenti alle istituzioni a tutti i livelli.
Di fronte a questa emergenza idrica senza precedenti, il comune di Caltanissetta ha convocato un consiglio straordinario al quale era stato invitato anche il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani. Sebbene Schifani non abbia partecipato fisicamente all’incontro, Salvo Cocina, Direttore della Protezione civile regionale ha garantito online il supporto della Regione ai cittadini colpiti dalla crisi. Cocina ha inoltre annunciato che sono stati individuati interventi immediati per fornire acqua alla popolazione attraverso il reperimento di nuovi pozzi.
Le province di Caltanissetta ed Enna rivestono un ruolo cruciale nell’economia siciliana grazie alla produzione del grano e all’allevamento di ovini e bovini. Tuttavia, la prolungata siccità sta avendo effetti devastanti su questi settori: i raccolti sono compromessi e gli allevatori affrontano una crisi senza precedenti dovuta alla mancanza d’acqua irrigua. La gravità della situazione ha spinto anche la Procura della Repubblica ad Enna ad aprire un’inchiesta sulla carenza idrica.
La scarsità d’acqua non è l’unica sfida che la Sicilia deve affrontare; infatti, gran parte del problema deriva da reti infrastrutturali inefficienti e obsolete che causano perdite d’acqua superiori al 50%. Questo problema non riguarda solo le province centrali ma si estende a tutta l’isola compreso il trapanese che soffre notevolmente questa crisi idrica (ma anche il palermitano, come andremo a vedere di seguito).
A causa dell’intensificarsi della crisi idrica anche altre aree dell’isola stanno prendendo misure drastiche come il razionamento dell’acqua potabile. A Palermo dal 7 ottobre verrà attuata questa soluzione in diversi quartieri con lo scopo di gestire al meglio le scarse risorse disponibili; saranno esentate dal razionamento solamente alcune zone strategiche come il centro storico e le aree turistiche quali Mondello.