Nel corso della notte Israele ha avviato l’operazione in Libano: comincia la battaglia di terra, chiamata operazione Frecce del Nord.
Sono in corso intensi combattimenti nel Sud del Libano. Nelle ultime ore Israele ha attraversato il confine per combattere Hezbollah nei villaggi del Libano meridionale. A poco sono servite le richieste internazionali di allentare le tensioni e l’esercito ha parlato di operazioni “limitate, focalizzate e mirate”, contro “obiettivi e infrastrutture terroristiche”. Non si conosce il numero dei soldati di Netanyhau impegnati nell’attacco.
Secondo le Forze di difesa israeliane, dal Libano sono stati lanciati circa cinque razzi contro le comunità israeliane di Metula e Avivim. Alcuni sono stati intercettati, altri sono atterrati in zone aperte. Non ci sono vittime o danni.
Il quotidiano libanese Al Jadeed invece, parla di un tentativo di Israele di uccidere Mounir al Maqdah, il leader militare della fazione di Fatah, durante un attacco al campo profughi palestinese di Ain ed Heleweh, nel Sud del Libano. Al Maqdah sarebbe rimasto illeso.
“Le decisioni che abbiamo preso negli ultimi giorni sono importanti, corrette e necessarie”. A parlare su X è il ministro isrealiano per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. “Questo è il momento di non fermarci, di continuare a usare tutte le nostre forze per schiacciare l’organizzazione terroristica Hezbollah, per riportare i residenti del Nord nello loro case in sicurezza”.
Intanto la Francia ha inviato una nave per l’eventuale evacuazione dei connazionali. È partita ieri da Tolone per posizionarsi al largo delle coste del Libano. Lo ha reso noto lo Stato maggiore delle Forze armate, aggiungendo che si tratta di una “precauzione”. La nave impiegherà cinque giorni per raggiungere il Mediterraneo orientale ed è dotata di elicotteri e un gruppo tattico per evacuare le persone dal Paese. In Libano ci sono circa 23mila persone francesi o franco-libanesi.
Israele invade il Libano, Meloni: “Priorità alla protezione dei civili”
“Sto seguendo la vicino la drammatica situazione in Libano in contatto costante con i ministri della Difesa e degli Esteri”. Così la premier italiana Giorgia Meloni. “La protezione dei civili resta la priorità così come garantire la sicurezza dei militari del contingente italiano di Unifil, presenti nel Sud del Libano”.
“L’Italia continuerà a lavorare con i suoi alleati per la stabilizzazione del confine tra Israele e Libano e il ritorno degli sfollati alle proprie case – ha continuato Meloni – Una de-escalation a livello regionale è urgente e necessaria e l’Italia continuerà a fare la sua parte anche in qualità di presidente del G7″.
Un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, in un intervento al Times of Israel ha dichiarato che i raid limitati condotti dall’esercito israeliano sono “in linea con il diritto di Israele di difendere i propri cittadini e di riportate i civili alle loro case in sicurezza”.
Tuttavia, “l’espansione della missione può essere un rischio” e gli Usa continueranno a discuterne con Israele. La risoluzione diplomatica è l’unico modo per “raggiungere una stabilità e una sicurezza durature lungo il confine tra Israele e Libano”.
Il dibattito in Italia, Calenda: “Ritirare le truppe italiane”
Il ministro degli Affari Esteri del Qatar Mohammed bin Abdulraham Al Thani su X ha scritto che il suo Paese è pronto a fornire tutto il sostegno necessario al Libano “per affrontare le devastanti conseguenze degli attacchi israeliani”. Nel corso della notte ha avuto un colloquio con il primo ministro libanese Najib Mikati e il comandante della forze armate Joseph Aoun, subito dopo l’attacco di Israele.
Intanto dall’Italia il dibattito politico si anima. Il leader di Azione Carlo Calenda, ospite a Mattino 5 News, ha parlato di situazione preoccupante: “Se c’è intervento mirato di Israele allora ha senso” mantenere le truppe italiane in Libano, ma “se si prepara una escalation con invasione di una parte del Libano – cosa che non auspico – e se la situazione si trasforma in uno scontro pesante che coinvolte altre potenze, sarà necessario e inevitabile” ritirare le truppe italiane. “Sono molto preoccupato perché penso che Israele stia colpendo Hamas ed Hezbollah ma ci sta andando di mezzo tantissima popolazione civile. Questo aumenta l’odio verso Israele”.