Subito dopo la gestione del flusso migratorio dovranno essere affrontati gli argomenti dell’integrazione e della cittadinanza italiana.
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto flussi e presto arriverà la fase del dibattito parlamentare. Ma la gestione degli arrivi non è l’unico tema dibattuto in queste settimane sul fenomeno migratorio. C’è anche quello del rilascio delle cittadinanze ai migranti.
Il Partito democratico ha raccolto le firme per un referendum volto a ridurre il periodo di residenza legale necessario per ottenere la cittadinanza italiana. In pochi giorni la proposta ha raggiunto le 500mila firme necessarie per sottoporla alla Corte Costituzionale. L’opinione pubblica quindi, ha molto a cuore il problema.
Un altro passo in avanti è arrivato anche da Forza Italia, che ha intenzione di presentare in Parlamento la sua proposta di legge sullo Ius Scholae. Prevede la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana al termine di un ciclo di studi. Potrà beneficiarne chi è nato in Italia o chi è arrivato nel nostro Paese da piccolo e ha frequentato la scuola per almeno cinque anni.
La proposta di FI vede i suoi stessi alleati tra i primi oppositori. E dopo una discussione con Lega e FdI potrebbero decidere di presentarla in Aula anche senza il loro via libera.
Il tema è molto attuale in questi giorni, ma oggi, 3 ottobre, ancora di più perché è stato il giorno della commemorazione per la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, istituita per non dimenticare il naufragio del 3 ottobre 2023.
“La legge attuale è buona ma può essere migliorata, anche perché è basata sull’automatismo che concede la cittadinanza al compimento di 18 anni”. A parlare con noi in esclusiva è Stefano Benigni, deputato e vicepresidente nazionale di Forza Italia. “Con lo ius sanguinis peraltro, è possibile ottenerla avendo antenati italiani senza alcun limite generazionale, e molti sfruttano questa possibilità solo per ottenere un passaporto comunitario, senza alcun reale interesse ad integrarsi. La nostra proposta sarà più restrittiva”.
Lo ius sanguinis, insieme con lo ius soli è uno dei modelli che permettono di ottenere la cittadinanza dalla nascita. “La nostra proposta sarà più restrittiva”, spiega Benigni. “Chi chi vuole diventare cittadino italiano deve meritarselo, dimostrando di essere pienamente integrato, di conoscere le nostre tradizioni, la nostra lingua, la nostra cultura e di rispettare le nostre leggi. Per questo, proponiamo di concederla una volta portato a termine, con profitto, un ciclo di studi di dieci anni. Come ha detto il nostro Segretario Nazionale, Antonio Tajani, più che di ius scholae dovremmo parlare di Ius Italiae: chi diventa cittadino italiano deve anche sentirsi tale”.
Alla nostra domanda: porterete in Aula il testo anche senza il “consenso” della Lega e FdI? Benigni risponde: “La nostra è una proposta di riforma seria e organica: nei prossimi giorni la presenteremo e ne discuteremo in primis con i nostri alleati. Sono convinto che riusciremo a convincerli e troveremo una sintesi. Se anche le forze di opposizione decideranno di sostenerla, siamo pronti al confronto”.
Sul fronte opposto c’è proprio il Carroccio, che non intende fare passi in avanti rispetto alla questione. Il deputato leghista Igor Iezzi, capogruppo in commissione Affari Costituzionali alla Camera, non usa mezzi termini. Sullo Ius Scholae, “la nostra posizione è sempre stata di contrarietà”, dichiara ai nostri microfoni. “Finora non ci è mai stato dato un buon motivo per fare questo provvedimento. Il nostro Paese in tutta l’Europa è quello che ha rilasciato il maggior numero di cittadinanze nel 2022: più di 200mila. Quindi, se proprio vogliamo ritoccare questo tema, dovremmo farlo nel senso opposto: riducendo le maglie e darne meno”.
Nel merito della proposta di legge, Iezzi dichiara: “è folle. Non ha senso fare due cicli di studi. Oggi un ragazzo che nasce in Italia può avere la cittadinanza a 18 anni, con la loro proposta a 16. Che senso ha se poi ci sono degli aspetti negativi? Uno di questi ad esempio: se rilasciamo la cittadinanza a un bambino, stiamo rendendo inespellibili i suoi genitori. Il secondo passaggio sarà darla alla madre e al padre e il terzo, i ricongiungimenti familiari. Per far risparmiare due anni a un ragazzo ci imbarchiamo un sacco di persone?”.
Per il deputato della Lega, i suoi colleghi di governo vogliono “portarsi a casa un enorme bacino elettorale”. Propaganda, quindi: “Siamo sempre stati disponibili a snellire la burocrazia ma non a cambiare le regole”.
Sullo Ius Scholae la posizione di Forza Italia, che il vicepremier Antonio Tajani definisce “liberale, centrista e moderna”, è più vicina al Pd che a FdI e Lega. “Aspettiamo ci leggere il testo della proposta di FI, ma sicuramente accogliamo con favore i passaggi per migliorare l’attuale 91/92″. Così ai nostri microfoni la deputata Dem Ouidad Bakkali.
Il restringimento dei tempi burocratici è un punto a favore della proposta degli azzurri: “Il termine dei dieci anni è già lungo per ottenere la cittadinanza per naturalizzazione. Aggiungerne ulteriori 4 o 5 anni di pratiche burocratiche è una vergogna per la Repubblica”.
Lo Ius Scholae e la riforma della cittadinanza proposta dal Pd sono diverse. “Noi abbiamo una proposta più breve rispetto al decennio che chiede FI. Riteniamo che cinque anni nel sistema di istruzione nazionale siano sufficienti, innanzitutto per alimentare un senso di appartenenza alla Repubblica. Forza Italia pone il tema del conseguimento del titolo: poi quale sarà il vantaggio? La proposta è migliorativa, il Parlamento dovrà metterci mano, ma è un passo in avanti”.
La riforma della cittadinanza “deve essere una legge di convergenza: né di destra né di sinistra. Si parla di appartenenza alla Repubblica e questo va al di là di partiti e fazioni. Siamo contenti che Forza Italia si sia assunta la responsabilità di porre questo tema in maniera energica agli alleati. Sappiamo che tipo di maggioranza abbiamo in questa legislatura, non siamo ingenui, ma anche un piccolo miglioramento può essere una grande vittoria per arrivare pronti a una riforma più organica che presentiamo noi nella proposta di legge”.