Nina, l’Intelligenza Artificiale che “protegge” la mozzarella italiana nel mondo

Negli ultimi tempi c’è un’Intelligenza Artificiale denominata “Nina” a scovare le mozzarelle fake nel mondo: ecco come funziona.

Immagini del Vesuvio, del mare, del sole, combinazioni cromatiche, marchi evocativi dell’Italia. Tutto per promuovere e commercializzare prodotti all’estero, specialmente agroalimentari, che in realtà di Made in Italy hanno ben poco. Parliamo del fenomeno dell’italian sounding. Dunque, come proteggere le eccellenze italiane?

Nina, l'Intelligenza Artificiale che "protegge" la mozzarella italiana nel mondo
Nina, l’Intelligenza Artificiale che “protegge” la mozzarella (CONSORZIO FOTO) – Notizie.com

Negli ultimi tempi il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop ha messo in campo “Nina”, un modello di Intelligenza Artificiale dotato di un virtual scan che analizza i contenuti presenti online tra cui anche foto caricate dagli operatori della vigilanza durante le ispezioni. Così rilevare possibili tentativi di contraffazione.

Nina segnala tutto ciò che è ‘evocazione’ alla mozzarellaha detto il presidente del Consorzio Domenico Raimondo – e verifica se ci sono ‘errori’, che ci sono sempre. Chi imita non può scrivere le diciture originali. Quando l’Ia scova l’imitazione la segnala a egli operatori che poi verificano il tutto, eventualmente anche effettuando il sequestro del prodotto”.

Il progetto è stato commissionato alla società Farzati spa. Nina è anche il nome di una delle bufale più longeve e produttive nella storia del comparto. L’Ia è in grado di apprendere e riconoscere i pattern di autenticità degli incarti. Il sistema si basa su una piattaforma che sfrutta l’Ia in un processo di miglioramento continuo e che cerca e verifica sul web, con tecniche di “scraping”, tutti i riferimenti che incontra sulla mozzarella di bufala campana.

Abbiamo messo subito alla prova Nina. – ha continuato Raimondo – Nell’arco di pochi mesi ha già trovato molti falsi in giro per il mondo. Si tratta di un aiuto in più a quello che già facevamo prima. Tante persone sul territorio italiano ed europeo, che comunque è protetto da leggi che ci tutelano, erano già al lavoro in tal senso. Lontano dall’Europa, però, avevamo un bel po’ di problemi. Non tutti i Paesi hanno firmato accordi con l’Italia per punire chi fa il falso”.

Nina, la guardiana della mozzarella. Il rettore: “Esperimento importante”

L’Intelligenza Artificiale verifica quindi la presenza di imitazioni, contraffazioni, evocazioni ed abusi. Il sistema verifica gli incarti di mozzarella, imparando a distinguere quelli autentici dalle imitazioni, migliorando con l’esperienza e diventando sempre più preciso nel riconoscere i fake. Nina ha già imparato a riconoscere tutte le 26mila etichette autentiche di mozzarella di bufala dop che esistono in giro per il mondo.

Parliamo di uno sviluppo sostenuto anche dall’Università. – ha affermato Matteo Lorito, rettore dell’Ateneo Federico II di Napoli nonché presidente del Comitato scientifico del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala – È un esperimento importante che può dare grandi risultati in termini di tutela del marchio e del prodotto, ma insegniamo tecniche di protezione anche agli altri consorzi che si stanno attrezzando in tal senso. Rappresenta perciò un esempio virtuoso di come l’Intelligenza Artificiale può dare una mano ad un’importante componente del Pil italiano come l’agroalimentare”.

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