I carabinieri questa mattina hanno posto sotto sequestro un’antica chiesa medievale e migliaia di reperti: indagato un imprenditore a Napoli.
Un’antica chiesa medievale è stata scoperta nel centro storico di Napoli, a circa 8 metri di profondità. Un ritrovamento eccezionale dovuto, però, ad uno scavo abusivo di un imprenditore nel campo dell’elettronica. Il quale, sfruttando alcune sue proprietà nel cuore del capoluogo, si è ritrovato in ambienti antichissimi. Prelevando tutto ciò che trovava.
L’imprenditore, incensurato fino ad oggi, probabilmente si è accorto in maniera casuale della vicinanza delle sue abitazioni ai reperti. Poi ha proseguito nelle operazioni di scavo, arrivando a “collezionare” oltre 10mila oggetti. Adesso, indagato a piede libero, deve rispondere dei reati di ricettazione, danneggiamento, devastazione e saccheggio di beni culturali e paesaggistici.
Sia gli ambienti sia i reperti sono stati posti sotto sequestro nell’ambito di un’operazione effettuata questa mattina dal nucleo carabinieri tutela del patrimonio culturale di Napoli, coordinati dalla Procura della Repubblica partenopea. L’indagato ha quindi posto in opera una serie di scavi sotterranei clandestini allo scopo di individuare e trarre profitto da realtà archeologiche site nel sottosuolo.
Non è chiaro se l’obiettivo dell’imprenditore fosse attuare un traffico di reperti, per cui le indagini sono ancora in corso. Nel momento in cui i militari si sono calati nel sottosuolo si sono trovati davanti ad una chiesa medievale databile all’XI secolo sita a circa otto metri di profondità dal livello stradale. Nell’ambiente era visibile un’abside semicircolare affrescata, in discreto stato di conservazione. Su di essa è parzialmente identificabile l’iconografia del Cristo in trono con al di sotto decorazioni a velarium ed una iscrizione dedicatoria in parte già decifrata.
Dell’antica chiesa è emersa anche parte della pavimentazione realizzata in lastre di marmo bianco di spoglio. “L’eccezionalità della scoperta – si legge in una nota dell’Arma – restituisce al patrimonio pubblico i resti di un raro esempio di arte medievale di XI secolo. La cui decorazione riscontra delle similitudini con il vicino Sacello di Sant’Aspreno e si aggiunge alle non numerose testimonianze pittoriche del periodo medievale sul territorio nazionale”.
Nel corso delle attività investigative sono stati ispezionati numerosi locali di proprietà dell’imprenditore siti nel centro storico di Napoli, sottoponendo a sequestro anche altri cunicoli sotterranei oggetto di scavi clandestini, pertinenti alle fondamenta di un palazzo settecentesco vincolato quale bene culturale di particolare interesse storico-artistico. All’imprenditore napoletano sono stati inoltre sequestrati circa 10mila frammenti ceramici di natura archeologica di epoca romana e medievale probabilmente provenienti dal settore suburbano dell’antica città di Neapolis, riconducibili anche ad altre aree non esplorate nel corso delle attività investigative.
Sono stati inoltre sequestrati 453 reperti archeologici integri di epoca romana. Tra di essi crateri a figure rosse, anfore, lucerne e pipe in terracotta, monete di epoca romana e medievale. Il materiale recuperato e l’intera area sotterranea in sequestro, saranno oggetto di ulteriori indagini ed approfondimenti scientifici. Approfondimenti da eseguire di concerto con la competente Soprintendenza Archeologica della città di Napoli. Lo scopo è consentire la messa in sicurezza dei locali, la loro tutela e conseguente valorizzazione.