La Corte di Giustizia Ue ha stabilito che i prodotti vegetariani possono chiamarsi con i nomi associati alla carne animale.
La decisione dei giudici europei si scontra con la legge voluta nei mesi scorsi dal Ministero dell’Agricoltura italiano, che vieta di utilizzare nomi come hamburger, scaloppina, salsiccia a bistecca per definire la carne coltivata.
Gli ingredienti devono essere indicati chiaramente sulla confezione e i Paesi che hanno già adottato nomi legali per prodotti contenenti proteine vegetali, possono continuare a utilizzare quella stessa denominazione. In caso contrario, gli Stati Membri non possono “vietare l’utilizzo di termini tradizionalmente associati a prodotti di origine animale per designare un prodotto contenente proteine vegetali”.
La Corte di Giustizia europea ha accolto il ricorso presentato da quattro associazioni e aziende francesi attive nel settore dei prodotti vegetariani o vegani, che hanno contestato un decreto del governo francese di febbraio 2023.
Quest’ultimo vietava di utilizzare parole come hamburger, scaloppina, salsiccia e nuggets per prodotti che non contengono carne. L’obiettivo era tutelare la trasparenza delle informazioni sugli alimenti in commercio. Il caso arriva dalla Francia, ma crea un precedente per l’Italia, dove il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha voluto fortemente una legge simile.
Legge che è stata approvata prima che l’Ue si pronunciasse in merito e che potrebbe violare la procedura europea TRIS. La situazione verrà sicuramente chiarita, ma intanto la Corte di Giustizia europea ha stabilito che in assenza di un “nome legale”, ovvero una definizione giuridica chiara, gli Stati Membri possono utilizzare i nomi “ufficiali” per definire gli alimenti con proteine vegetali.
D’altro canto però, i giudici Ue precisano che gli Stati Membri sono liberi di vietare la commercializzazione di prodotti vegetali qualora essi traggano in inganno il consumatore.
“Si tratta di una sentenza aberrante che, non solo presume di riscrivere concetti come carne, bistecca e latte, ma getta il caos più totale tra i veri allevamenti di carne e gli altri”. Così, in una nota, l’eurodeputato di Fratelli d’Italia-Ecr Sergio Berlato, nella Commissione agricoltura del Parlamento europeo.
“Da questo momento, come ulteriore conseguenza, uno Stato Ue non potrà vietare l’uso della parola carne per coloro che producono carne vegetale. Prevale dunque, il principio secondo cui l’importante è che le informazioni nutrizionali siano fornite per un’esclusiva tutela del consumatore”, aggiunge Berlato.
L’eurodeputato di FdI definisce la sentenza della Corte Ue “un vero e proprio disastro senza precedenti. I consumatori saranno totalmente fuorviati da prodotti esteticamente identici agli originali, salvo poi scoprire di aver acquistato una fettina di carne vegetale, una bella bistecca vegana”.