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Politica

Pontida, il vicesindaco del Foggiano arriva vestito da detenuto: il racconto di due giorni pieni di “colore” al raduno della Lega

Published by
Giovanna Sorrentino

Autonomia differenziata, Manovra economica, Ius Italiae e anche un po’ di colore: non è mancato proprio nulla al raduno della Lega di Pontida. 

Una bandiera russa, lo striscione contro il vicepremier Antonio Tajani, i cori contro i meridionali e il vicesindaco di Serracapriola che è arrivato vestito da detenuto. Il racconto della giornata nella Bergamasca, dove si sono incontrati i vip del Carroccio.

Pontida, il vicesindaco Michele Leombruno si presenta vestito da detenuto (Foto di Facebook/Michele Leombruno) – notizie.com

Nel pratone di Pontida si è vista sventolare una bandiera russa: un vessillo bianco, blu e rosso e un’aquila imperiale al centro. Sarebbe il simbolo ufficialmente approvato nel 1993 dall’allora presidente Bori Eltsin. Anche altre bandiere erano presenti al tradizionale raduno: quella di Israele, della Lega lombarda, del Veneto e dell’Albania.

È diventata virale poi, la foto di Michele Leombruno, vicesindaco di Serracapriola, nel Foggiano, che si è recato al raduno della Lega vestito da detenuto. Strisce bianche e nere e un cartello: “Ho votato Lega. Arrestate anche me”. Con questo gesto il 63enne ha voluto prendere le difese del ministro dei Trasporti sulla vicenda Open Arms: “Ho lavorato con moltissimi magistrati nella mia lunga carriera nella polizia”, ha raccontato Leombruno. “Ho fiducia nella magistratura”, ha aggiunto. Salvini “ha fatto solo il suo dovere da ministro”. 

I cori contro Tajani e i meridionali

Il folklore dei simpatizzanti leghisti non è mancato neppure ieri, nella giornata che anticipava il raduno. Alcuni giovani della Lega hanno intonato cori contro il ministro degli Esteri e contro i meridionali. “Ius Scholae in vista, Tajani scafista”, si leggeva su uno striscione. Matteo Salvini sul palco ha immediatamente preso le distanze: “Ogni alleato è un amico”, “gli avversari non sono in maggioranza, sono fuori. Antonio Tajani è un amico, un alleato, come Giorgia Meloni”. 

Il vicepremier e leader della Lega ha definito i giovani: “quattro scemi”. Il ministro dei Traporti e delle Infrastrutture ha preso le distanze anche dai cori contro i meridionali: “Abbracciare i giovani che vengono qui dalla Campania o dalla Sicilia è per me un orgoglio, chi non lo ha capito vada via”.

Anche la Lega Giovani ha bollato l’evento come isolato, annunciando provvedimenti disciplinari contro “i quattro cretini che hanno fatto cori beceri contro i napoletani”. 

Pontida, cori contro Tajani e i meridionali, Salvini si scusa: “Quattro scemi” (Ansa Foto) – notizie.com

Pontida è stato anche un momento di incontro fondamentale per i leader della Lega, che hanno ribadito i punti in agenda nell’attività di governo: presidenzialismo, autonomia differenziata e riforma della giustizia. Sull’autonomia differenziata, per la precisione, “non si torna indietro” e lo Ius Scholae non è incluso.

Ius Scholae: il no della Lega a Pontida

Nessun passo indietro quindi, sulla proposta di legge di Forza Italia che punta a velocizzare l’ottenimento della cittadinanza per i ragazzi stranieri che studiano nelle scuole italiane. Attualmente è proprio questo il terreno di scontro all’interno della maggioranza, e Antonio Tajani – che ha ribattezzato la pdl Ius Italiae – ha intenzione di portarla in Parlamento anche senza il benestare degli alleati di governo. 

Sul tema è intervenuto l’ex generale Roberto Vannacci, eurodeputato eletto con la Lega: “Tajani ha espresso un’idea che può essere condivisa o meno, io non la condivido”. E anzi, in merito alla cittadinanza, ha dichiarato che va tolta a chi commette reati: “La cittadinanza agli italiani non la si può togliere, ma a chi ha una doppia cittadinanza – perché quella italiana l’ha ottenuta perché teoricamente doveva rappresentare un valore aggiunto per l’Italia, altrimenti non gli si sarebbe concessa – non solo è possibile, ma è doveroso”. 

Della stessa idea è il segretario della Lega Matteo Salvini: l’obiettivo della Lega è “revocare la cittadinanza agli stranieri che delinquono”.

Open Arms, Salvini: “Varcherei il carcere a testa alta”

Anche il processo Open Arms è salito sul palco di Pontida. Ricordiamolo, Matteo Salvini rischia una condanna a sei anni di carcere per aver impedito lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti, con l’accusa di averli sequestrati a bordo della nave spagnola. La vicenda risale a cinque anni fa, quando era ministro dell’Interno del governo Conte. “Se un giudice approva la condanna in terzo grado, finisci in prigione. Se la giustizia deciderà questo, io varcherei il carcere a testa alta. Processano una persona che ha fatto il suo volere”. Così il vicepremier leghista.

Durante la giornata si è parlato anche della Manovra economica, che come ogni anno dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2024. “Se qualcuno deve pagare qualcosa in più, paghino i banchieri e non gli operai”, ha dichiarato Matteo Salvini. “Noi come Lega guardiamo agli italiani che hanno bisogno”. 

Manovra: “Paghino i banchieri, non gli operai”

Sul palco è salito anche il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che mette un punto alle polemiche dei giorni scorsi dopo che la sua intervista a Bloomerg: “Oggi il ministro dell’Economia non è un banchiere, è figlio di un pescatore e di un’operaia tessile. So distinguere chi può fare sacrifici e chi non li può fare”. 

Nell’intervista aveva dichiarato che nella prossima Manovra sarebbero stati chiesti sacrifici alle imprese più grandi. La Borsa di Milano, di colpo, ha perso terreno, poi il Ministero ha precisato: “Non è allo studio una nuova tassazione sugli individui, ma sforzi per le imprese di alcuni settori”. 

Arrivo qui come quello famoso perché vuole aumentare le tasse”, ha dichiarato Giorgetti: “È giusto che i sacrifici li faccia chi ha la possibilità di farli”. 

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