In una Roma super blindata, nel Ghetto ebraico si è tenuta la commemorazione di un anno dall’attacco di Hamas a Israele.
Si chiama Avigail Idan, ha quattro anni ed è una dei tanti piccoli eroi che hanno patito le violenze della guerra tra Hamas e Israele. Il 7 ottobre 2023 è stata rapita da Hamas ed è stata tenuta in ostaggio per cinquantuno giorni.
La sua storia è venuta fuori dal racconto di sua zia Ella Mor che oggi, in occasione della cerimonia di commemorazione alla Grande Sinagoga di Roma, ha condiviso con i presenti la sofferenza che si prova a sapere di avere una nipote nelle mani dei terroristi.
Avigail è rimasta da sola perché la famiglia e i genitori sono stati uccisi davanti ai suoi occhi. I fratellini si sono salvati perché quando Hamas ha fatto irruzione nella casa di famiglia, si sono chiusi nell’armadio. E sono rimasti lì, terrorizzati, per quattordici ore.
La piccola invece, è stata deportata e dopo cinquantuno giorni è stata riscattata.”Mia nipote ha quattro anni, è piccola, e siamo stati fortunati a poterla riabbracciare”, racconta commossa Ella Mor.
Ella Mor: “Mia nipote è salva, ma ci sono ancora 101 ostaggi da salvare”
“Ma ci sono ancora 101 ostaggi che aspettano di poter tornare a casa. Quando un ostaggio torna da Gaza – continua la donna – non è mai la stessa persona. Li dobbiamo aiutare e abbiamo bisogno del vostro aiuto per riportarli a casa e aiutarli a ricostruire la loro vita”.
La cerimonia di commemorazione al Tempio Maggiore si è tenuto in una Roma blindatissima. Inviti filtrati, dispositivi di sicurezza imponenti: tutto è filato liscio dopo l’allerta di questi giorni, soprattutto dopo che sabato 5 ottobre alcuni gruppi di manifestanti hanno deciso di scendere in piazza nonostante il divieto della Questura.
Quando la cerimonia è terminata è stato possibile anche circolare nel Ghetto. “Anche io mi sono trattenuta”, racconta ai nostri microfoni Celeste Vichi, presidente Unione delle Associazioni Italia-Israele. “Le persone andavano in giro con la kippah. Si respirava aria di controlli che hanno dato un senso di sicurezza, ma è filato tutto liscio”.
Nessuna presenza sospetta nei dintorni e controlli imponenti. Alla Grande Sinanoga hanno presenziato anche la premier Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Matteo Piantedosi e altri esponenti del governo italiano.
“Sono rimasta colpita dalle parole dell’ambasciatore di Israele in Italia, Jonatan Peled”. dichiara Celeste Vichi, “Ha rimarcato come questa è una guerra che Israele non avrebbe voluto e ciò che sta succedendo è una battaglia di civiltà e per l’esistenza stessa dello Stato”.
Ma “è passato da attaccato a Paese genocidiaro: una campagna di diffamazione mostruosa – aggiunge Vichi – alimentata dall’antisemitismo crescente”.
Vichi (UAII) a Notizie.com: “Alleanza Usa-Israele è solida”
Intanto la situazione in Medio Oriente continua a preoccupare la comunità internazionale per il rischio che il conflitto si allarghi. “Stiamo andando verso la ridefinizione di nuovi equilibri”, continua la presidente di UAII. “A largo del Mediterraneo e di fronte alle acque di Israele ci sono due portaerei americani. Quindi nonostante gli inviti degli Usa ad Israele di trattenere quello che sta facendo, l’alleanza è solida”.
Ma c’è un punto, che secondo Vichi non viene mai evidenziato: “Non siamo più nel 1973, periodo della guerra nel Kippur, quando gli israeliani arrivarono alle porte dell’Egitto e avrebbero potuto invaderlo ma furono fermati dagli americani. Era l’epoca del “ricatto” petrolifero. Stavolta una parte del mondo sunnito, compresa l’Arabia Saudita, supporta in modo silente Israele perché sentono che gli sciiti (supportati da Hezbollah e Iran) possono mettere in pericolo la sicurezza del Medio Oriente”.