Si è tenuto ieri davanti al gip l’interrogatorio del sindaco Franco Alfieri, coinvolto in un’inchiesta per corruzione nei giorni scorsi.
“È provato, ma si è difeso in maniera forte”, hanno detto ieri i legali di Franco Alfieri. Parliamo del sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno arrestato il 3 ottobre scorso nell’ambito di un’operazione di guardia di finanza e Procura della Repubblica di Salerno. Nel pomeriggio di ieri si è tenuto l’interrogatorio davanti al gip all’interno del carcere di Fuorni dove Alfieri è rinchiuso.
“Il presidente – ha spiegato l’avvocato Domenicantonio D’Alessandro, legale di Alfieri insieme ad Agostino De Caro – è sicuramente provato perché il carcere fa danni a tutti e non è un habitat piacevole dove stare, ma non si abbatte. È un uomo molto forte. Ha, peraltro, avuto tante testimonianze di stima e amicizia, molte delle quali giunte proprio tramite me che mi sono fatto portavoce. E lui è rimasto molto contento di queste manifestazioni di vicinanza e solidarietà”.
La guardia di finanza nei giorni scorsi ha eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Salerno su richiesta della Procura, nei confronti di 6 indagati. Oltre al sindaco Franco Alfieri, che è finito in carcere, ai domiciliari ci sono la sorella del primo cittadino, Elvira Alfieri, Vittorio De Rosa, Alfonso D’Auria, Andrea Campanile e Carmine Greco. Tutti sono accusati a vario titolo di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Le fiamme gialle hanno inoltre sequestrato la somma di 543mila euro.
“Alfieri ha risposto a tutte le domande, si è difeso, argomentando a quanto contestatogli. – ha continuando l’avvocato D’Alessandro – Su sollecitazione del giudice e del pm, che era presente, ha chiarito la sua posizione. Al momento fanno fede solo le parole di Alfieri. Abbiamo avuto pochissimi giorni per presentare le prove utili a suffragare quanto dichiarato dal nostro assistito. Nel frattempo che esibiremo le prove, vediamo se abbiamo generato qualche dubbio nel giudice tale da far valutare una diversa misura cautelativa”.
Nelle carte dell’inchiesta ci sono finite alcune gare d’appalto bandite dal Comune di Capaccio Paestum. Secondo l’accusa alcuni degli indagati avrebbero turbato le gare tramite collusioni ed altri mezzi per affidare le commesse ad una ditta specifica che avrebbe anche redatto buona parte degli atti accordandosi poi per futuri provvedimenti, tempi e costi dei singoli interventi. Appalti pilotati, insomma, secondo forze dell’ordine e magistratura.
“Noi riteniamo che ci siano degli elementi difensivi importanti. E, poi, per il resto, ci dobbiamo studiare tutte le carte. – ha affermato l’avvocato De Caro – È una persona forte ed è sicura della sua estraneità ai fatti. Almeno, per come si è difeso, dimostra tutta la sua estraneità. Ovviamente l’indagine è complessa, gli atti sono migliaia e migliaia. Noi abbiamo avuto modo di vederne alcuni, una parte. Ma nonostante tutto ha ritenuto che fosse giusto, per un uomo delle istituzioni, difendersi. E chiarire quello che è riuscito a chiarire. E credo che abbia molto chiarito”.
L’indagine ha riguardato, come già accennato, anche la sorella del sindaco Alfieri. La ditta affidataria delle gare a Capaccio Paestum, infatti, avrebbe affidato alla società rappresentata da Elvira Alfieri una parte di lavori da svolgere nel vicino Comune di Battipaglia. Secondo l’accusa si sarebbe trattato di un “corrispettivo” per l’ottenimento degli appalti. Intanto la Prefettura di Salerno ha sospeso Alfieri dagli incarichi di primo cittadino e presidente della Provincia. Alfieri, però, non si è dimesso.
Alfieri, membro del Partito Democratico, ha ricoperto il ruolo di sindaco in tre Comuni della provincia di Salerno: Torchiara, Agropoli e Capaccio-Paestum. La sua figura è emersa anche a livello nazionale. Alcuni anni fa il governatore della Campania Vincenzo De Luca, durante un discorso ironico, gli consigliò di utilizzare le “fritture di pesce” come incentivo per mobilitare gli elettori.