Femminicidi+o+omicidi+di+donne%3F+%26%238220%3BNon+importa.+La+violenza+%C3%A8+la+stessa%26%238221%3B.+Dove+si+inceppa+la+giustizia+in+Italia
notiziecom
/2024/10/08/femminicidi-o-omicidi-di-donne-non-importa-la-violenza-e-la-stessa-dove-si-inceppa-la-giustizia-in-italia/amp/
Cronaca

Femminicidi o omicidi di donne? “Non importa. La violenza è la stessa”. Dove si inceppa la giustizia in Italia

Published by
Giovanna Sorrentino

Letizia e Maria Arcangela sono le ultime due vittime di una lista che non sembra avere fine. Il numero continua a salire: cosa non va in Italia?

Si chiamano Letizia e Maria Arcangela e sono le ultime due donne morte per mano di un uomo. Nel giro di poche ore l’una dall’altra, i loro nomi si sono aggiunti alla lista dei femminicidi dell’ultimo anno.

Maria Arcangela e Letizia, le ultime due donne uccise per mano di un uomo (Ansa Foto/Facebook) – notizie.com

Maria Arcangela Turturo aveva 60 anni e prima di morire a Gravina di Puglia è riuscita a raccontare alla figlia e alla polizia la storia dei suoi ultimi istanti di vita: “Mi voleva uccidere, mi ha messo le mani alla gola, mi ha chiuso in auto con le fiamme”. 

La donna è morta per mano del marito, un pregiudicato di 65 anni che ora è accusato di omicidio premeditato. Secondo la polizia, ha dato alle fiamme la sua auto con la moglie all’interno. Maria Arcangela è riuscita ad aprire lo sportello per uscire dalla vettura, ma lui l’ha aggredita mentre era sull’asfalto, premendole un ginocchio sull’addome. Il suo decesso è avvenuto in ospedale.

Letizia Girolami invece, aveva 72 anni. È stata uccisa a Foiano della Chiana (Arezzo) dall’ex fidanzato della figlia, un 37enne di origini pakistane che ha confessato il delitto ed è stato arrestato. La donna era scomparsa la sera del 5 ottobre e a dare l’allarme era stato il marito, preoccupato perché non la vedeva rientrare.

Negli ultimi tempi è in corso un dibattito sull’utilizzo del termine femminicidio. Andrà chiarito se quello di Letizia lo è stato. Per femminicidio si intende l’omicidio di una donna per mano di un uomo legato a sovrastrutture ideologiche patriarcali.

44 femmincidi da gennaio al 6 ottobre del 2024

Che sia un femminicidio o meno, “l’attenzione va spostata su altro. Non è un record, una classifica di violenza. Le violenze sono tutte gravi”. Sono le parole di Flavia Munafò, sociologa e direttrice dello sportello di ascolto e prevenzione Socio Donna a Roma. “Dovremmo cercare di utilizzare i media per fare informazione, e non per spostare l’attenzione dalla cosa più importante. Il problema è sempre la cultura, dobbiamo sradicare certe ideologie patriarcali”.

Dal primo gennaio al 6 ottobre 2024 in Italia si sono registrati 235 omicidi. Di questi, 82 sono di donne. Stringendo ulteriormente il cerchio, 72 tra loro sono state uccise in ambito familiare e affettivo. 44 da un partner o un ex.

Femminicidi, il numero cresce. Quante donne morte fino al 6 ottobre (Canva) – notizie.com

Al centro dell’attenzione si pone ancora una volta la giustizia. Nel caso del femminicidio di Maria Arcangela, il marito, Giuseppe Lacarpia, era già stato in carcere per aver tentato di uccidere il figlio, intervenuto per calmare una lite tra i genitori. “C’erano liti continue, c’erano denunce, carte: perché è stato permesso a quest’uomo di arrivare a compiere tale gesto?”, domanda Munafò.

Certamente ci sono casi in cui la giustizia non funziona bene. Ma quando funziona bene, non c’è una grande certezza della pena. Persone commettono atti orribili con la tranquillità che non verranno punite. E se lo fossero, non finirebbero con un ergastolo. Questo instilla una cultura del tutto possibile. Ed è drammatico perché le nuove generazioni stanno crescendo con questo parametro”. 

Il braccialetto elettronico tra burocrazia e forniture

Il braccialetto elettronico, il cui utilizzo per casi di violenza di genere è prevista dal Codice Rosso, dovrebbe servire a tutelare le vittime. Ma dato l’alto numero di questo genere di reati in Italia, le Procure sono sovraccaricate di lavoro e non sempre riescono a gestire tutte le situazioni. Quindi le misure alcune volte risultano inefficaci.

Questo non è l’unico limite del braccialetto elettronico. Ci sono casi infatti, in cui dispositivo è stato eluso. Un episodio specifico risale al 25 settembre, quando Roua Nabi, 35enne tunisina, è stata uccisa dall’ex. All’uomo non sono bastati il carcere, il divieto di avvicinamento e neppure il braccialetto elettronico.

Roua Nabi (Facebook) – notizie.com

Il braccialetto è un mezzo di controllo che spesso viene evaso. Ma il punto è che non bisognerebbe proprio arrivarci. Come i domiciliari o l’obbligo di firma, sono l’ultima spiaggia di una cultura maschilista che non va”, dichiara ancora la sociologa.

Una cultura che va scardinata anche attraverso una prevenzione maggiore e una sensibilizzazione da aumentare anche nelle scuole. “Il problema in questo caso riguarda la burocrazia. Quanto sono formate le persone che devono formare? Quanti dirigenti scolastici non permettono l’accesso ai professionisti dall’esterno? Per i professori la formazione professionale non è obbligatoria, e dovrebbe esserlo come per tutti i professionisti socio-sanitari”, conclude Munafò.

Published by
Giovanna Sorrentino