La depressione è una malattia: il 6% degli adulti accusa uno di questi sintomi (ed è emergenza tra i giovani)

Sono dati allarmanti, quelli che riguardano i sintomi depressivi, specialmente prendendo in considerazione la fascia d’età 18-34 anni: tutti i dati.

Le ultime rilevazioni effettuate dalle sorveglianze Passi e Passi d’Argento dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), pubblicate in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, rivelano che un significativo 6% degli adulti italiani manifesta sintomi depressivi.

I numeri legati alla depressione parlano di un incremento tra i giovani
Depressione: i più colpiti sono i giovani (fino a 34 anni) e gli over 65 – notizie.com

Questo dato, pur mostrando un calo generale rispetto agli anni precedenti, evidenzia un preoccupante aumento tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni. La depressione non solo incide sul benessere psicologico degli individui ma si associa anche a problemi fisici e a limitazioni nelle attività quotidiane.

Salute mentale in Italia, l’aumento dei sintomi depressivi tra i giovani

Nonostante la prevalenza dei sintomi depressivi abbia registrato una riduzione su scala nazionale in tutti i gruppi demografici negli ultimi anni, questa tendenza positiva non si riflette nella popolazione giovanile. Al contrario, si osserva un incremento dei casi che annulla parzialmente i progressi fatti negli ultimi quindici anni nel combattere la depressione. Le regioni settentrionali dell’Italia presentano tassi mediamente più elevati di sintomatologia depressiva rispetto alle regioni centrali e meridionali (sarà una questione di tempo atmosferico?).

Tra gli anziani oltre i 65 anni di età (dati Passi d’Argento), il 9% riferisce di soffrire di sintomi depressivi e il 17% esprime insoddisfazione per la propria vita. Nonostante ciò, la maggior parte valuta positivamente il proprio stato di salute generale. Si evidenziano disparità legate al genere, alla condizione socio-economica e alla presenza di patologie croniche anche in questa fascia d’età.

Un recente studio pubblicato sulla rivista European Psychiatry ha messo in luce le carenze del sistema sanitario italiano nell’offrire supporto adeguato alle donne con disturbi mentali durante la gravidanza e post-partum. Nonostante l’elevata partecipazione dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) italiani alla ricerca, solo una minoranza offre servizi specificamente dedicati a questi pazienti durante questo periodo critico.

Il lavoro sottolinea l’importanza dell’intervento precoce sui disturbi mentali per garantire il benessere della madre e del bambino (anche perché la depressione post-partum nel mondo occidentale colpisce il 15% delle madri: una statistica sicuramente molto rilevante).

In tal senso, importanti le parole di Ilaria Lega, coordinatrice dello studio pubblicato sulla rivista internazionale European Psychiatry, intitolato “Perinatal mental health care in the Italian Mental Health Departments: a national survey” e svolto in collaborazione tra ricercatori dell’ISS e della London School of Economics (LSE):

“La promozione e la tutela della salute mentale della donna in gravidanza e nell’anno successivo alla nascita del bambino rappresentano una priorità di salute pubblica riconosciuta a livello internazionale. I disturbi mentali sono tra le patologie più frequenti della gravidanza e del periodo postnatale, ne soffre una donna su cinque. Se non riconosciuti e trattati adeguatamente, questi disturbi hanno un impatto negativo a breve, medio e lungo termine sulla salute della donna e del bambino. Le ricerche della LSE dimostrano che l’impatto economico dei problemi di salute mentale perinatale non trattati supera di gran lunga il costo necessario a rendere disponibili servizi di salute mentali adeguati.”

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