Emergenze sanitarie, intervista esclusiva all’Oms: “La prossima pandemia globale è questione di quando, non di se”

Soprattutto a seguito dopo il Covid, virus e malattie tengono banco sulle cronache. Ma sulla nuova pandemia il parere dell’Oms è chiaro.

La prossima pandemia globale è una questione di quando, non si se. Nessuna area del mondo è esente da rischi”. Negli ultimi giorni abbiamo dialogato con l’Organizzazione Mondiale alla Sanità (Oms) per fare il punto sulle emergenze che il mondo, che nel 2020 ha conosciuto il Covid, sarà chiamato ad affrontare nel prossimo futuro.

I virus West Nile, Dengue, Mpox e le stesse nuove varianti Covid (è delle scorse ore la notizia che la nuova variante Xec si sta diffondendo sempre più rapidamente) tengono costantemente i cittadini tra ansia e preoccupazione. Ma allo stesso tempo mantengono alta anche l’attenzione da parte delle istituzioni, chiamate a fronteggiare eventuali crisi.

La sorveglianza sanitaria pubblica sta nella raccolta, l’analisi e l’interpretazione continua e sistematica dei dati relativi alla salute. – ci ha riferito l’Oms in esclusiva per Notizie.com – I dati fungono da sistema di allerta precoce per epidemie imminenti che potrebbero diventare emergenze sanitarie pubbliche. Consentono poi il monitoraggio e la valutazione dell’impatto di un intervento. Aiutano a monitorare i progressi verso obiettivi specifici. Guidano infine la definizione delle priorità, la pianificazione e la valutazione delle politiche e delle strategie di sanità pubblica”.

Emergenze sanitarie, intervista esclusiva all'Oms: "La prossima pandemia globale è una questione di quando, non di se"
Emergenze sanitarie, intervista esclusiva all’Oms

A periodi alterni, tutti i virus su elencati, hanno fatto la loro comparsa anche in Europa, ed in Italia. Il virus West Nile (Wnv), che causa la febbre del Nilo occidentale, ha fatto parlare di sé nei primi giorni di agosto con una decina di casi registrati in Emilia Romagna. Il Wnv è presente in Africa, Europa, Medio Oriente, Nord America e Asia occidentale. È mantenuto in natura in un ciclo che coinvolge la trasmissione tra uccelli e zanzare.

I focolai più grandi degli ultimi anni si sono verificati in Grecia, Israele, Romania, Russia e Stati Uniti. Più recenti i casi di febbre Dengue, provocata dall’omonimo virus (Denv). Un focolaio nelle Marche ha fatto registrare quasi 600 casi. Una parte di essi erano “autoctoni”. Ovvero, la trasmissione è avvenuta proprio in Italia da zanzare infette. Per questo motivo sotto accusa sono finite le opere di disinfestazione da parte delle autorità.

Si stima che 4 miliardi di persone siano a rischio di infezione da arbovirus (la famiglia di cui fa parte il Dengue, ndr) in tutto il mondo e si stima che questo numero aumenterà a 5 miliardi entro il 2050. – hanno fatto sapere dall’Oms – I casi sono aumentati in tutte e sei le regioni dell’Oms ed è approssimativamente raddoppiato ogni anno dal 2021, con oltre 12,3 milioni di casi alla fine di agosto di quest’anno, quasi il doppio dei 6,5 milioni di casi segnalati in tutto il 2023”.

Gli arbovirus provocano anche la Zika, la chikungunya, la malattia da Oropouche. Tra i responsabili della loro diffusione le scarse pratiche idriche ed igienico-sanitarie, il cambiamento climatico ed i viaggi internazionali. Contro di essi, e contro la zanzara Aedes vettore degli agenti virali, il 3 ottobre scorso l’Oms ha lanciato un Piano strategico globale.

Più datati, almeno per quanto riguarda l’Italia, i casi di virus Mpox che provocano il vaiolo delle scimmie. Nel nostro Paese non si registrano episodi dal 2022. Ma l’Organizzazione Mondiale alla Sanità il 14 agosto scorso ha dichiarato l’epidemia di Mpox nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) ed in altri Paesi emergenza pubblica di interesse internazionale. Subito dopo, anche per il virus Mpox, è stato lanciato un Piano globale contro l’epidemia.

Nessuna regione è esente da rischi in termini di pandemie. Gli agenti patogeni non conoscono confini. – hanno continuato dall’Oms – Le priorità di ricerca possono differire se viene adottata una prospettiva regionale, poiché molti agenti patogeni sembrano attualmente essere limitati o rappresentare un problema in particolari regioni geografiche. Tra gli agenti patogeni prioritari selezionati durante questo esercizio di definizione delle priorità, alcuni sono presenti a livello globale mentre altri sono concentrati in regioni specifiche“.

Rischio pandemia globale, l’Oms: “La chiave per prepararsi”

L’Organizzazione ha poi sottolineato come “per alcune famiglie di agenti patogeni si è ritenuto necessario selezionare più agenti prioritari o prototipo, se, ad esempio, i potenziali virus erano confinati in determinate regioni o venivano trasmessi da vettori diversi”. L’area interessata da un determinato agente patogeno può cambiare, come si è visto per il caso delle zanzare. La distribuzione dei vettori che trasportano gli agenti patogeni, insetti o animali, può espandersi in nuove parti del mondo e gli stessi agenti patogeni possono evolversi.

Gli arbovirus provocano anche la Zika, la chikungunya, la malattia da Oropouche
Gli arbovirus provocano diverse malattie (CANVA FOTO) – Notizie.com

Una potenziale pandemia potrebbe verificarsi in qualsiasi momento, motivo per cui i ricercatori monitorano virus e le situazioni rischiose o pericolose 24 ore su 24, 7 giorni su 7. – hanno concluso dall’Oms – Il sistema di sorveglianza globale rileva le minacce alla salute pubblica 365 giorni all’anno. Una volta che si verifica un evento, l’Oms valuta il livello di rischio e lancia l’allarme per aiutare a proteggere le popolazioni dalle conseguenze di epidemie, disastri, conflitti e altri pericoli. Tale sistema rappresenta la chiave per rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari per prepararsi, rispondere e riprendersi da shock e crisi”.

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