Continua incessante il dibattito sul futuro dello stadio a Milano: la presa di posizione del Presidente del Milan Paolo Scaroni è nettissima.
Durante il Festival dello Sport, una dichiarazione ha riacceso i riflettori su un tema caldo per la città di Milano e per tutti gli appassionati di calcio: il futuro dello storico stadio San Siro. Paolo Scaroni, presidente del Milan, con il supporto di Beppe Marotta, presidente dell’Inter, ha espresso una posizione netta e senza mezzi termini sull’argomento. Entrambi i club milanesi sembrano avere le idee chiare: è tempo di cambiamento.
Scaroni ha messo in luce come la gestione economica delle squadre di calcio sia radicalmente cambiata negli ultimi anni. Lontani sono i tempi in cui figure emblematiche come Berlusconi e Moratti sostenevano economicamente i club con risorse personali. Oggi si parla invece di sostenibilità economica, un concetto che Scaroni stesso ha contribuito a portare all’attenzione nel mondo del calcio italiano. Con un fatturato che è più che raddoppiato durante la sua presidenza, passando da meno di 180 milioni a oltre 450 milioni di euro, il Milan rappresenta un esempio concreto della necessità di modernizzare le strutture e l’approccio al business calcistico.
Il presidente del Milan non risparmia critiche al Governo per aver eliminato i benefici previsti dal Decreto Crescita senza proporre alternative concrete a sostegno delle società sportive. Secondo Scaroni, c’è un “assoluto bisogno” di rimodernare non solo le infrastrutture ma l’intero concetto legato al mondo del calcio italiano. La percezione è quella di un settore arretrato rispetto agli standard internazionali, una condizione che rischia di compromettere ulteriormente la competitività della Serie A sul palcoscenico mondiale.
Paolo Scaroni e la sua proposta radicale: abbattere San Siro (per fare cosa?)
Al centro delle polemiche si pone lo stadio San Siro, considerato obsoleto e inadeguato alle esigenze attuali sia dal punto vista strutturale che commerciale. La proposta avanzata da Scaroni sei anni fa – demolire lo storico impianto per farne sorgere uno nuovo nelle immediate vicinanze – sembra oggi più attuale che mai. Nonostante le resistenze iniziali legate all’affezione sentimentale verso “la Scala del Calcio”, l’esempio della demolizione dello stadio Wembley a Londra serve a ribadire come talvolta scelte coraggiose possano essere necessarie per il progresso.
Oltre alla possibilità già menzionata relativa alla costruzione del nuovo stadio nell’area adiacente all’attuale San Siro, emerge anche l’ipotesi San Donato Milanese come potenziale sede futura dell’impianto sportivo milanese. Con già 40 milioni investiti in questa direzione, sembra chiaro che il dibattito su dove e come costruire il nuovo stadio sia tutt’altro che concluso.
In questo scenario dinamico ed evolutivo si inserisce dunque la questione San Siro: simbolo indiscusso della città meneghina ma anche metafora delle sfide che attendono il calcio italiano nel suo complesso tra tradizione ed innovazione.