L’hacker Carmelo Miano e i contatti con i servizi: “Tutto nella memoria difensiva”

Vanno avanti le indagini sul giovane hacker Carmelo Miano che al momento resta in carcere: l’udienza al Riesame il prossimo 16 ottobre.

Carmelo Miano sta bene, è collaborativo. I contatti con i servizi? Sarà tutto nella corposa memoria difensiva pronta per essere depositata”. A parlare è Gioacchino Genchi, legale di Carmelo Miano, l’hacker 24enne di Gela arrestato a Roma lo scorso 2 ottobre nell’ambito di indagini della polizia postale, coordinate dai magistrati della Procura di Napoli.

Inchiesta hacker, Carmelo Miano e i contatti con i servizi: "Tutto nella memoria difensiva"
Inchiesta hacker, Carmelo Miano e i contatti con i servizi (CANVA FOTO/ANSA FOTO) – Notizie.com

Miano, accusato di accesso abusivo aggravato alle strutture e diffusione di malware e programmi software in concorso, ha confessato durante l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Regina Coeli, dov’è rinchiuso. La sua difesa batte su un punto fermo: l’hacker ha agito da solo con l’unico scopo di recuperare atti dell’indagine che lo riguardava. L’accusa, però, ha iscritto nel registro degli indagati altre sei persone, tra cui il padre di Carmelo, sulle quali sono in corso degli approfondimenti. Verifiche sono in corso anche sull’enorme mole di dati recuperati. Miano avrebbe violato i server del Ministero della Giustizia, della guardia di finanza, di Tim e di Telespazio.

Carmelo è in carcere, collaborativo, abbiamo parlato e chiarito altri aspetti. – ha detto Genchi – Su questo sto elaborando una memoria che depositerò all’udienza. La memoria sarà abbastanza articolata”. Il giovane avrebbe spiato fascicoli, mail e varie corrispondenze membri delle forze dell’ordine e magistrati, tra cui anche pm in servizio a Napoli.

Proprio per questo Genchi ha chiesto che gli atti venissero trasferiti a Perugia, oltre che la scarcerazione del suo assistito per motivi di salute. Il gip ha comunque deciso che Miano deve restare in carcere poiché esiste un concreto pericolo di fuga in quanto l’indagato ha preso contatti all’estero ed ha grande disponibilità economica. Agli atti dell’inchiesta, infatti, il dato che il 24enne avrebbe accumulato circa 7 milioni di euro in bitcoin.

Nei giorni scorsi è emerso che Miano è stato vittima di bullismo ai tempi della scuola in Sicilia. Episodi violenti che in un caso lo hanno costretto addirittura ad un ricovero. “Il bullismo ha creato al ragazzo dei disturbi che ancora ha. – ha spiegato il legale – La formazione e lo sviluppo psicofisico sono avvenuti regolarmente. Ci sono effetti che però rimangono nel tempo”.

Miano si trovava già sotto inchiesta a Gela, nell’ambito di un procedimento per riciclaggio. “Carmelo ha detto chiaramente – ha continuato Genchi – che lo scopo delle sue azioni era di acquisire notizie sul suo procedimento penale, nient’altro. Forse non si sentiva abbastanza tranquillizzato dalle mie rassicurazioni. Avevamo ottenuto il dissequestro dei computer, il procedimento era comunque in stallo senza misure cautelari”.

Un procedimento che si avviava verso l’archiviazione, ma Miano, comunque preoccupato dagli esiti delle indagini, si sarebbe adoperato alla ricerca di informazioni. Uno dei punti rimasti nel mistero, anche nei giorni in cui sono emersi i dettagli dell’indagine della Procura di Napoli, sono i presunti contatti di Miano con i servizi. “Li chiariremo dettagliatamente – ha spiegato il legale – nella memoria che depositeremo al Riesame. Sarà un aspetto che tratteremo assolutamente. Contatti non solo con i servizi. Non posso anticipare nulla”.

L’avvocato Genchi: “Carmelo Miano chiarirà la propria posizione”

Nell’ambito dell’inchiesta sarebbe emerso anche il fattore dark web, sul quale Miano avrebbe agito regolarmente, e contatti con i mercati digitali sui quali vendere dati. Il giovane collaborerà quindi con i magistrati? “Miano collaborerà nel senso che chiarirà la propria posizione. – ha specificato Genchi – Non penso che abbia motivo di collaborare con l’istituzione giudiziaria che non vuole prendere atto che il vero allarme sociale è la permeabilità del sistema, non gli accessi che ha fatto Miano. Se svaligiano il caveau della Banca d’Italia lasciato aperto la notizia dovrebbe essere che il caveau era stato lasciato aperto, più che il fatto che sia stato svaligiato”.

Miano si trovava già sotto inchiesta a Gela, nell’ambito di un procedimento per riciclaggio
Miano si trovava già sotto inchiesta a Gela (CANVA FOTO) – Notizie.com

Miano aveva tutte le capacità per fare quello che ha fatto, e lo ha dimostrato. – ha concluso l’avvocato – Ma le sue capacità erano comunque inferiori al livello di permeabilità del sistema che era un colabrodo”. L’udienza davanti al Tribunale del Riesame si terrà il prossimo 16 ottobre alle ore 9 e 30 davanti alla VIII sezione penale (collegio F).

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