Oggi il gip del Tribunale militare ha respinto la richiesta di archiviazione: la Procura deve formulare l’imputazione per Roberto Vannacci.
“Lo scalpore suscitato dal recente video del barbuto carabiniere in grande uniforme convolato a nozze col suo compagno è stato molto più diffuso del prevedibile”. Si tratta di uno stralcio del libro “Il mondo al contrario”, opera prima del generale Roberto Vannacci, recentemente eletto europarlamentare in quota Lega.
Uno stralcio che si trova al centro di un caso militare e giudiziario ritornato in queste ore alla ribalta delle cronache. Il gip militare di Roma, infatti, ha respinto l’istanza di archiviazione avanzata dalla Procura. Il prospettato reato di diffamazione militare sarebbe stato commesso da Vannacci con il suo libro ai danni di uno specifico militare anche se nel volume non è citato il nome. Il giudica ha quindi assegnato alla Procura militare della capitale il termine di dieci giorni per formulare l’imputazione coatta.
“Rispetto, ma non concordo con la decisione del giudice nella parte in cui ha ravvisato nelle contestate pagine del libro un intento diffamatorio nei confronti di uno specifico militare. Che, sia detto per inciso, non viene indicato per nome e che non ha mai presentato denuncia al riguardo”, ha commentato l’avvocato Giorgio Carta, difensore dell’ex generale.
Carta ha quindi aggiunto che “affronteremo le ulteriori fasi del procedimento con la serenità che deriva dalla fiducia nei giudici militari. E dal fatto che la stessa Procura militare aveva escluso la sussistenza di qualsiasi reato nelle pagine del libro”. Denuncia che è invece stata presentata dal Sindacato dei militari. La cui segreteria nazionale ha fatto sapere oggi di essere pronta a costituirsi parte civile nel procedimento.
“Le recenti dichiarazioni del generale Vannacci – ha dichiarato Riccardo Saccotelli, presidente del Sindacato dei militari – con cui esterna i suoi singolari criteri di normalità, appaiono estremamente gravi ove si consideri che colpiscono anche la comunità Lgbt presente nelle Forze armate e nelle Forze di polizia. Comunità che è una realtà innegabile. In cui l’essere omosessuali non è mai stato un impedimento per chi, come me, porta sul suo corpo le cicatrici del servizio reso per difendere la Patria”.
Nello specifico, all’interno del volume Il mondo al contrario, al capitolo IX intitolato “Il pianeta lgbt+++” c’è il riferimento oggetto della discordia. Qui vengono commentate le nozze tra un carabiniere “barbuto” ed il suo compagno. Nozze di cui effettivamente si è avuto notizia nel maggio del 2023, circa quattro mesi prima dell’uscita del libro, datata agosto. Si è trattato della prima unione civile tra uomini in alta uniforme. Il fatto ha avuto grande risonanza mediatica anche grazie alle immagini diffuse sui social.
“La percentuale di gran lunga più consistente di chi è rimasto, se non turbato, almeno sconcertato e basito dal video dimostra che un matrimonio gay non è normalità”. Così scrive Vannacci nel suo libro. Il generale continua: “Tale eccentricità viene ostentata, come nel caso del bacio, delle grandi uniformi, delle sciabole e del video largamente diffuso”.
“Rappresenterò nelle sedi opportune tutte le mie ragioni – ha detto Vannacci dopo il rigetto dell’archiviazione – e vado avanti a testa alta forte anche del consenso che ogni giorno mi dimostrano i tanti che mi seguono e che provengono dai settori più disparati della società. Io non mollo mai. Rispetto la decisione del giudice che ha rigettato una specifica e motivata istanza di archiviazione della Procura ma sono ancora più convinto della mia integrale innocenza e della mia totale estraneità a qualsiasi intento diffamatorio nei confronti di alcuno e, in special modo, nei confronti di un militare“.