“Un eventuale aumento delle tasse sarebbe l’ultimo problema per gli ucraini. Lì si affronta una tragedia umanitaria da tre anni”.
“Contiamo sull’assistenza della Santa Sede per aiutare a riportare indietro gli ucraini che sono stati fatti prigionieri dalla Russia”. Così, Volodymyr Zelensky ha scritto su X al termine dell’incontro con Papa Francesco e con il cardinale Pietro Parolin, spiegando qual è stato il fulcro dell’incontro in Vaticano.
Nelle stesse ore in cui il presidente ucraino era impegnato nelle visite in Francia e in Italia, un attacco russo su Odessa ha colpito un palazzo di due piani. Quattro civili sono morti, tra cui una ragazzina di sedici anni, e altri dieci sono rimasti feriti, quattro di loro in gravi condizioni. Secondo il governatore Oleh Kipper potrebbero esserci altre persone intrappolate sotto le macerie.
Con il freddo che sta per arrivare e la spesa militare che aumenta per Kiev, Volodymyr Zelensky sta affrontando il viaggio in Europa per chiedere ulteriori aiuti militari e finanziari. L’Ucraina sta costruendo la sua industria di armi interna nel timore che i cambiamenti politici nei Paesi possano mettere in discussione l’appoggio economico.
Più tasse in Ucraina, Mikhelidze a Notizie.com: “È marginale”
Nei giorni scorsi il Parlamento ucraino ha approvato il primo grande aumento delle tasse da quando è cominciata l’invasione russa. L’obiettivo è colmare il deficit delle spese militari. La legge impone, tra le altre cose, un’aliquota sui profitti delle banche del 50%, un aumento della spesa militare dall’1,5% al 5% e una tassa sulle società finanziarie del 25%.
In previsione del via libero definitivo di questo provvedimento, Zelensky ha intrapreso gli incontri con i principali leader europei per presentare il suo Piano di vittoria ma anche per fare affidamento sull’Occidente dal punto di vista militare. “Il cessate il fuoco non è in agenda”, ha specificato ieri, giovedì 10 ottobre, mentre era a Parigi.
L’aumento delle tasse ha creato discussioni in Parlamento, ma secondo la politologa Nona Mikhelidze, responsabile di ricerca dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), è “marginale quando si tratta di perdite delle vite umane. In Ucraina la situazione umanitaria è talmente precaria che nessuno si lamenterebbe. Le tasse sono le preoccupazioni degli italiani, non degli ucraini”.
Da un sondaggio del Kyiv International Institute of Sociology è emerso che la maggior parte della popolazione ritiene che Kiev possa vincere la guerra con l’aiuto dell’Occidente. “In questi tre anni per loro è cambiato poco”, aggiunge l’esperta ai nostri microfoni. “Nonostante l’attacco di ieri a Odessa, da un sondaggio pubblicato è emerso che l’81% degli ucraini crede ancora di poter vincere la guerra. Questo la dice lunga sulla resilienza di questo popolo”.
Ufficialmente Volodymyr Zelensky ha intrapreso il suo viaggio in Europa per promuovere il suo Piano di vittoria. Quest’ultimo, “è diverso dalla Formula di pace di dieci punti presentata alla Conferenza in Svizzera quest’estate. I due documenti sono complementari e l’idea del presidente ucraino è far approvare all’Occidente il piano di vittoria per poi arrivare più forti nell’implementazione della formula di pace”.
Ucraina più forte in vista dei negoziati
Rafforzare l’Ucraina in vista di un eventuale futuro negoziato con la Russia, quindi. “In Croazia, Zelensky ha fatto trapelare un altro obiettivo: quello di ottenere l’invito a far parte della Nato”. La questione è complessa, perché un Paese in guerra non può entrare in un’alleanza militare. “Ma quello che preme al presidente ucraino è fare segnali geopolitici della Russia – spiega Nona Mikhelidze a Notizie.com – Come l’ok dell’adesione all’Ue, anche lo status di Paese candidato ad entrare nella Nato darebbe un segnale geopolitico importante a Mosca”.
Una delle richieste della Russia per arrivare alla fine della guerra però, è che l’Ucraina resti neutrale. “Nel tour europeo, Zelensky ha fatto conoscere ai leader il suo Piano di vittoria anche dal punto di vista militare”.