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Il caso della bambina di 10 anni abusata in un centro migranti: la piccola potrebbe essere rimasta incinta

Published by
Francesco Ferrigno

Una bambina di 10 anni è stata abusata in un centro per migranti: accertamenti sull’ipotesi che sia rimasta incinta.

Una bambina di 10 anni, ospite di un centro per migranti, è stata abusata da un altro ospite dallo stesso centro: la piccola sarebbe anche rimasta incinta. La terribile vicenda è avvenuta all’interno di una struttura di accoglienza situata a San Colombano, frazione del Comune di Collio, nell’Alta Valtrompia, nel Bresciano.

Il caso della bambina di 10 anni abusata in un centro migranti (CANVA FOTO) – Notizie.com

Proprio qui nell’agosto del 2015, quando i primi migranti hanno raggiunto il centro, si sono succeduti giorni di tensione a causa di numerose proteste e manifestazioni. Secondo le cronache dell’epoca c’è stato addirittura un lancio di sassi contro l’edificio. Iniziative che sarebbero state portate avanti da gruppi di estrema destra.

Stando a quanto si apprende, comunque, il presunto responsabile è già stato arrestato e si trova ora in carcere a Brescia. Le autorità lo hanno accusato di violenza sessuale aggravata. La bambina, insieme alla madre, si trovavano nel centro, che in realtà è un ristorante-albergo, in attesa del riconoscimento dello status di rifugiati e dunque della protezione internazionale.

Le indagini sono partite dopo la denuncia della mamma della piccola, che avrebbe notato alcuni cambiamenti nei comportamenti della figlia. Gli inquirenti stanno mantenendo il massimo riserbo sull’intera vicenda. In particolare, sull’ipotetica gravidanza della giovane, si starebbe aspettando l’esito degli esami.

L’uomo che è finito in carcere era un vicino di stanza nel centro di accoglienza. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo, poi avvenuta su decisione del giudice per le indagini preliminari, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Mamma e figlia si trovano adesso in una località protetta lontana dalla struttura lombarda.

La Prefettura di Brescia, informata dai magistrati delle indagini effettuate, sta portando avanti un’inchiesta parallela sull’associazione che gestisce attualmente il centro di San Colombano. Del tremendo episodio è stato informato anche il Ministero dell’Interno che starebbe seguendo da vicino gli sviluppi.

Se non avessi letto il giornale, non avrei saputo nulla di questo fatto orribile. Da quattro anni che sono qui, non ho mai visto o sentito nulla di problematico in paese per via dei migranti”, ha detto don Battista Dassa, parroco di Collio, dove sorge la struttura per i migranti di San Colombano.

Ciò che è successo – ha continuato don Dassaè un fatto orribile che mi fa ribrezzo, ma non c’entra niente con l’essere migranti o meno. Queste purtroppo, come spesso sentiamo alla tv o leggiamo sui giornali, sono cose che possono succedere in qualunque contesto, anche in casa. Qui in paese il clima è tranquillo”.

Il parroco ha ricordato che alcuni anni fa proprio a Collio ci ci sono state delle manifestazioni di dissenso nei confronti della decisione presa dal governo dell’epoca sull’arrivo dei migranti. Manifestazioni “strumentali e molto precise a livello politico” secondo don Dassa.

Bambina abusata nel centro, il parroco: “L’accoglienza non c’entra nulla”

Oggi questi ragazzi vivono in una struttura che è un ristorante-albergo, che continua a lavorare con la sua attività turistica. – ha concluso il parroco – Il che, presumibilmente, significa che il clima è di convivenza pacifica. Io stesso, quando passo la sera, li vedo fuori, accanto alle persone che entrano ed escono dalla struttura, senza alcun problema. Quindi l’accoglienza non c’entra assolutamente nulla”.

Anni fa manifestazioni di protesta (CANVA FOTO) – Notizie.com

Come accennato sopra, sono trascorsi 9 anni dall’arrivo dei primi migranti presso il centro della frazione di Collio. Il 27 agosto 2015 un gruppo di 20 persone ha raggiunto San Colombiano trovando però una folla inferocita ad attenderlo. Per giorni la struttura è stata presidiata dai carabinieri. I manifestanti erano preoccupati, oltre che per problematiche legate alla “sicurezza” dell’area, anche per la possibile fuga dei turisti dall’Alta Valtrompia.

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Francesco Ferrigno