Il ristorante Giglio di Lucca restituisce la stella Michelin: le motivazioni dietro la scelta (ma è davvero possibile farlo?)
In un mondo della ristorazione in costante evoluzione, il ristorante Giglio di Lucca ha preso una decisione audace e senza precedenti: restituire la sua stella Michelin. Questa scelta, lontana da essere un gesto polemico, riflette il desiderio dei tre giovani chef – Stefano Terigi, Lorenzo Stefanini e Benedetto Rullo – di offrire un’esperienza culinaria che sia più vicina alla loro visione personale e al loro rapporto con la clientela. «Vogliamo un ristorante che ci somigli», hanno dichiarato i tre chef, sottolineando come gli standard imposti dalla guida Michelin siano ormai distanti dall’evoluzione della cucina moderna e dalle esigenze di una clientela sempre più variegata.
La decisione del Giglio solleva interrogativi sulla possibilità effettiva di “restituire” una stella Michelin. Sebbene non esista un modo formale per rinunciare alla prestigiosa valutazione o per restituirla ufficialmente, il gesto dei tre chef manda comunque un messaggio chiaro al mondo della gastronomia. La volontà del Giglio è quella di allontanarsi dagli eccessi del fine-dining tradizionale per mantenere un forte legame con il territorio e con la propria identità. Tuttavia, gli ispettori della Michelin potrebbero continuare a valutare il ristorante indipendentemente dalla volontà dei suoi proprietari.
Nel perseguire questa nuova direzione, gli chef del Giglio hanno già intrapreso azioni concrete verso una maggiore accessibilità e informalità. Hanno eliminato l’esposizione della stella Michelin all’interno del locale e ridotto significativamente il costo medio dello scontrino. Inoltre, hanno rivisitato l’approccio al servizio dei piatti rendendolo più conviviale: antipasti serviti tutti insieme in modalità condivisione seguiti da primo e secondo piatto. Queste modifiche rispecchiano l’intenzione degli chef di offrire quello che essi stessi vorrebbero trovare in un ristorante come clienti.
La decisione del ristorante Giglio rappresenta quindi non solo una scelta coraggiosa ma anche uno spunto di riflessione sul futuro della gastronomia d’eccellenza. In questo contesto dinamico ed evolutivo, appare evidente come sempre più professionisti del settore desiderino ricercare autenticità ed espressione personale oltre i confini delle valutazioni tradizionalmente accettate.
Per altro, bisogna ricordare, le valutazioni made in Michelin vanno a passi veloci verso i cent’anni: nel 1926 la guida iniziò ad assegnare le stelle ai ristoranti inseriti nella sua guida (nata nel 1900). Dapprima, i ristoranti meritevoli ottenevano una sola stella mentre dopo cinque anni venne introdotta la scala attuale, ancora valida, da una a tre stelle.