La Procura della Repubblica di Bari ha deciso di vederci chiaro, ed il suo nome è ormai sulle cronache nazionali: chi è Vincenzo Coviello?
“Sono pentito e chiedo scusa a tutti, sono consapevole di aver sbagliato. Ho agito solo per curiosità”. A scrivere è Vincenzo Coviello, 52enne di Bitonto ex funzionario della banca Intesa San Paolo. Il suo nome è salito alla ribalta delle cronache nei giorni scorsi.
È lui che avrebbe spiato i conti correnti di numerosi personaggi del mondo politico, dello spettacolo, dello sport e della cronaca. Tra di essi, anche la premier Giorgia Meloni. Coviello è attualmente indagato dalla Procura della Repubblica di Bari per delle accuse gravissime: accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.
L’ipotesi dei magistrati è che, nonostante il 52enne abbia affermato il contrario, l’uomo non abbia agito da solo e che ci siano stati dei mandanti. Ma chi è Vincenzo Coviello? Chi è il funzionario al centro della nuova spy story legata alla sicurezza informatica? Nel luglio scorso, nel momento in cui è stato scoperto dalla banca, che ha quindi segnalato il fatto alla Procura, il 52enne ha inviato ad Intesa una lettera per richiedere un’aspettativa non retribuita di un mese.
Poco tempo dopo è sopraggiunto il licenziamento. Coviello ha cominciato a lavorare nel gruppo nel 1998 subito dopo il servizio militare. Dopo aver cambiato numerose sedi di lavoro, nel 2015 è stato trasferito nella Filiale di Imprese di Bari come Gestore Imprese. Poi ha assunto lo stesso ruolo due anni dopo nella città di Barletta. Dal 2021 è diventato Gestore Agribusiness del distaccamento di Bisceglie. È qui, dalla sua postazione, che avrebbe effettuato gli accessi abusivi.
Il portafoglio clienti era costituito da circa 220 aziende, distribuito in altre dieci filiali presenti nella provincia di Bari e in quella di Barletta-Andria-Trani. Nella sua lettera Coviello ha spiegato che inizialmente ha avuto bisogno di dati per effettuare analisi finanziarie attente di clientela in gran parte sconosciuta. In questo senso, ha avuto necessità di documentare le capacità finanziarie di interi nuclei familiari.
“Sono consapevole che queste attività di inquiry hanno anch’esse generato un flusso notevole di dati”. Il punto, probabilmente, è proprio questo. Ovvero che il 52enne, per svolgere al meglio il proprio lavoro, poteva, e forse doveva, effettuare attività di inquiry. Di cosa si tratta? Banalmente, si tratta di una richiesta di informazioni su un conto o su una transazione che si effettua ad un terminale. A seconda del proprio “grado”, però, il sistema informatico restituisce o meno i dati richiesti, in maniera completa o parziale.
Un “potere” che il 52enne avrebbe dapprima utilizzato per lavoro, poi per effettuare cortesie a parenti, amici e conoscenti, lavorando anche nelle vicinanze della propria città d’origine; infine, solo per una curiosità compulsiva, a suo dire, avrebbe spiato i conti di politici, magistrati, giornalisti, membri delle forze dell’ordine, attori, cantanti, calciatori ed altri sportivi.
“Posso affermare con certezza – ha scritto Coviello ad Intesa San Paolo – di avere agito solo per motivi di curiosità e non aver trasferito a nessuno le informazioni da me visionate, delle quali peraltro, considerato anche il notevole lasso di tempo trascorso, posso affermare con assoluta certezza di non avere alcun ricordo e di non aver trasferito in qualsiasi modalità nessun dato“.
Il 52enne di Bitonto avrebbe confermato questa linea anche ai pm baresi che però hanno deciso di approfondire. Tra il 21 febbraio 2022 ed il 24 aprile 2024, l’ex dipendente, licenziato l’8 agosto scorso, avrebbe effettuato un totale di 6.637 accessi abusivi ai dati di 3.572 clienti a 679 filiali del gruppo bancario.
I carabinieri hanno già effettuato nei suoi confronti una perquisizione domiciliare, dei suoi veicoli e della sua ex postazione di lavoro. Sono stati sequestrati smartphone, tablet, hard disk e dispositivi informatici diversi. Inoltre sono stati acquisiti i documenti, la corrispondenza, i dati, le informazioni, i programmi informatici e, comunque, tracce relativi ai reati per cui si procede.