Nuovi attacchi contro l’Unifil sono stati registrati nelle scorse ore in Libano: Israele avrebbe colpito anche personale della Croce Rossa.
Non c’è tregua per la missione Unifil in Libano. Poche ore fa i carri armati israeliani hanno fatto irruzione in una base dell’Onu a Ramiya. Il bilancio è di 15 militari feriti. Sempre nel Libano meridionale, 4 operatori della Croce Rossa sono stati colpiti nel corso di un raid dell’Idf contro l’edificio di un insediamento.
“Unifil – hanno fatto sapere dall’Onu – ha dovuto ricordare già quattro volte in altrettanti giorni all’esercito di Israele che è obbligato a garantire l’incolumità e la sicurezza del personale dell’Onu e a rispettare l’inviolabilità delle strutture delle Nazioni Unite”. “Non è accettabile – ha invece detto Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana – che le donne e gli uomini impegnati a soccorrere feriti siano bersaglio di attacchi e che rischino di diventare vittime essi stessi, proprio mentre cercano di prestare soccorso a chi ha bisogno di cure”.
Gli episodi sono arrivati a seguito di altri attacchi che hanno scatenato reazioni a livello internazionale. Tra giovedì e venerdì scorso Israele ha colpito le basi Unp 1-32A e Unp 1-31, attualmente sotto il controllo del contingente italiano. Ieri poi, un carro armato ha colpito una torre di osservazione di un’altra postazione Unifil. Proprio per questo Roma ha chiesto a gran voce spiegazioni a Tel Aviv.
La premier Giorgia Meloni ha sentito al telefono oggi il suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu. “Meloni – si legge in una nota di Palazzo Chigi – ha sottolineato l’assoluta necessità che la sicurezza del personale di Unifil sia sempre garantita. Il presidente ha rinnovato l’impegno dell’Italia in questo senso, dicendosi convinta che attraverso la piena applicazione della risoluzione 1701 si possa contribuire alla stabilizzazione del confine israelo-libanese e garantire il ritorno a casa di tutti gli sfollati”.
Le circa 50 basi Unifil, però, tra cui anche il quartier generale, si trovano in un’area divenuta “target” dell’Idf nel momento in cui l’esercito ha invaso il Libano per attaccare il gruppo Hezbollah, alleato dell’organizzazione palestinese Hamas. Nel concreto, Israele sta paragonando la missione Unifil libanese a quella dell’Unrwa, l’Agenzia per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente, a Gaza. Le strutture di quest’ultima iniziativa nella Striscia, infatti, sono più volte state colpite dall’Idf.
Il motivo è che lo Stato ebraico ha affermato che i terroristi utilizzerebbero le missioni Onu come “scudo umano”. Le “certezze” di Israele sono suffragate dal fatto che alcuni terroristi responsabili delle stragi del 7 ottobre 2023 erano riusciti ad infiltrarsi proprio nell’Unrwa.
“Sfortunatamente, alcuni leader europei stanno esercitando pressioni nel posto sbagliato. – ha detto Netanyahu – Invece di criticare Israele, dovrebbero rivolgere le loro critiche a Hezbollah, che usa l’Unifil come scudo umano proprio come Hamas a Gaza usa l’Unrwa. È giunto il momento di ritirare il contingente della missione di interposizione nel Libano meridionale (Unifil) dalle roccaforti di Hezbollah e dalle aree di combattimento”. Il premier israeliano ha quindi chiesto al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres di ritirare i caschi blu Unifil.
Sulla situazione in Medio Oriente è intervenuto oggi nuovamente Papa Francesco. “Sono vicino a tutte le popolazioni coinvolte di Palestina, Israele e Libano, dove chiedo che siano rispettate le forze di pace delle Nazioni Unite. – ha affermato Bergoglio dopo l’Angelus da piazza San Pietro – Prego per tutte le vittime, per gli sfollati, per gli ostaggi che auspico siano subito rilasciati. Spero che questa e grande inutile sofferenza generata da odio e vendetta finisca presto. Fratelli e sorelle, la guerra è una illusione, è una sconfitta, non porterà mai la pace. Non porterà ma la sicurezza, è una sconfitta per tutti soprattutto per chi si crede invincibile. Fermatevi, per favore”.