La Commissione Inta dell’Ue ha approvato un provvedimento per il quale i ricavi dei beni della Russia saranno utilizzati dall’Ucraina.
Sarà la Russia a pagare la difesa e la ricostruzione dell’Ucraina. A conflitto ancora in corso, ed ormai ad oltre 2 anni e mezzo dall’invasione, l’Unione europea si sta muovendo in una direzione inedita.
Nelle scorse ore la Commissione per il Commercio internazionale (Inta) ha approvato una particolare forma di sostegno finanziario a Kiev. I deputati a maggioranza hanno votato a maggioranza un prestito eccezionale di 35 miliardi di euro. Tecnicamente, si tratta di assistenza macrofinanziaria (Mfa) per “rispondere alle urgenti esigenze finanziarie dell’Ucraina a fronte della brutale guerra di aggressione della Russia”.
Ebbene, i fondi proverranno dalle entrate straordinarie realizzate grazie agli asset immobilizzati della Banca centrale russa (Bcr). La stessa Commissione Inta ha istituito recentemente il Meccanismo di cooperazione per i prestiti all’Ucraina. Lo strumento è stato realizzato per rendere immediatamente disponibili per Kiev i futuri ricavi derivanti dai beni russi congelati ed i contributi degli Stati membri dell’Ue e di altri Paesi, ovvero i partner del G7.
“Utilizzare i profitti derivanti da asset russi immobilizzati – ha dichiarato Karin Karlsbro (Renew), relatrice dell’iniziativa – invia un chiaro segnale che l’onere della ricostruzione dell’Ucraina deve essere sostenuto dai responsabili della sua distruzione, vale a dire la Russia. Il nuovo meccanismo di cooperazione macrofinanziaria e di prestito sostiene l’Ucraina nel mantenere importanti funzioni di base nella società. Far pagare la Russia è un passo importante”.
Sono circa 210 i miliardi di euro di beni della Bcr detenuti nell’Ue. Beni congelati in base alle sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel febbraio 2022. I governi europei hanno quindi deciso di accantonare le entrate straordinarie provenienti da essi e di utilizzarle per sostenere sia gli sforzi militari sia la ricostruzione in Ucraina.
L’assistenza non è designata, perciò Kiev potrà allocare i fondi come ritiene più opportuno. Su di essi vigileranno misure specifiche per prevenire frodi ed altre irregolarità, ma non solo. L’Ucraina otterrà l’assistenza, entro la fine del 2024 e fino alla fine del 2025, solo se continuerà ad impegnarsi nel sostenere la democrazia e nel rispetto dei diritti umani. Il provvedimento, che approderà tra il 21 ed il 24 ottobre al Parlamento europeo, è passato in Commissione con 31 voti favorevoli e solo 4 contrari (gli eurodeputati del Pfe, i Patrioti per l’Europa). Hanno votato sì anche gli europarlamentari italiani Daniele Polato, Francesco Torselli (Fratelli d’Italia – Ecr) e Brando Benifei (Partito Democratico – S&D).