Ucciso Yahya Sinwar, alias il Macellaio di Gaza: una delle menti del 7 ottobre. Imparò l’ebraico in carcere: cosa sappiamo del leader di Hamas ucciso oggi.
La morte di Yahya Sinwar è avvenuta nella notte tra mercoledì 16 e oggi, giovedì 17 ottobre, ma nel corso della giornata sono stati eseguiti i dovuti accertamenti fino alla conferma ufficiale, arrivata poco fa dalla polizia israeliana. Il corpo di Yahya Sinwar, alias il Macellaio, identificato grazie a un esame dell’arcata dentale.
Dopo ore concitate a Gaza per i media internazionali, è arrivata la conferma dell’uccisione del leader di Hamas. Ulteriori test sull’identità del corpo sono ancora in corso come da protocollo, ma la polizia israeliana ormai è certa che sia morto nello scontro a fuoco tra Idf e terroristi. Israele era già in possesso del dna e delle impronte digitali perché Sinwar è stato detenuto nel Paese.
La morte del suo leader è solo l’ultimo dei colpi sferrati ad Hamas da Tel Aviv. Prima di lui, una serie di altre figure di spicco dell’organizzazione hanno fatto la stessa fine. Sinwar è stato uno degli artefici dell’attacco a Israele del 7 ottobre 2023, causa scatenante della guerra a Gaza. E per questo era nella lista dei ricercati di Israele. È diventato leader generale del gruppo terroristico con voto unanime dopo l’omicidio del predecessore, Ismail Haniyeh, avvenuto a Teheran ad agosto.
Sinwar è morto in un raid di Israele all’interno di un edificio insieme ad altri due terroristi. Il suo corpo si trovava in una zona coperta da esplosivi e spostarlo per eseguire l’identificazione è stato complicato. Nella struttura non c’erano altri ostaggi, né prove che ne accertassero una presenza, anche passata.
Cresciuto con il mito della resistenza, Yahya Sinwar non ha mai lasciato Gaza
Sinwar è stato uno dei fondatori insieme con il primo leader storico, lo sceicco Yassin, del movimento di resistenza palestinese. Per ventitre anni ha comandato la sicurezza di Hamas e dal 2021 è stato il responsabile del gruppo terroristico a Gaza. A differenza di altri leader, Haniyeh o Khaled Meshal, Sinwar non ha mai lasciato la Striscia.
Nato nel 1962, la sua famiglia era originaria di Ashkelon ma è stata costretta a migrare in uno dei campi profughi più difficili a Gaza, Khan Younis. Per questo Sinwar è cresciuto nel mito della resistenza. Nello stesso posto è nato anche Mohammed Deif, capo militare di Hamas e fondatore delle brigate Ezzedin ed Qassam, ucciso a luglio 2024 (il gruppo terroristico non ha mai confermato la sua morte).
The arch-terrorist Yahya Sinwar, responsible for the massacre and atrocities of October 7th, was eliminated today by IDF soldiers.
This is a major military and moral achievement for Israel and a victory for the entire free world against the axis of radical Islam led by Iran.… pic.twitter.com/etglGLpeax
— ישראל כ”ץ Israel Katz (@Israel_katz) October 17, 2024
Sinwar è finito in manette la prima volta nel 1982 per la sua vicinanza con Salah Shehaded, leader storico di Hamas ed ex capo delle brigate Ezzedin el Qassam. Faceva parte di un’unità antispionaggio della resistenza palestinese. È rimasto in carcere per un anno.
Nel 1988 è stato uno dei fondatori del movimento islamico di resistenza. Nello stesso anno è finito in manette per la seconda volta e condannato a quattro ergastoli per aver partecipato a un attacco nel quale sono stati uccisi due militari israeliani. Ha ordinato anche gli omicidi di quattro palestinesi accusati di collaborare con Israele.
Yahya Sinwar: la sua forza, la presenza costante sul territorio di Gaza
La sua carcerazione è durata ventitre anni fino al 2011, quando è stato rilasciato in uno scambio con il soldato Shalit, rapito nel 2006. Nelle carceri israeliane ha imparato l’ebraico e una volta uscito si è sposato e ha avuto dei figli. Quattro anni dopo, nel 2014, Sinwar è entrato nella lista Usa dei ricercati e nel 2016 è diventato il vice capo dell’ufficio politico, al fianco di Ismail Haniyeh.
Uno dei suoi punti forti è stata proprio la presenza fissa sul territorio di Gaza, mantenendo ben saldo il suo potere sulla Striscia, fino a ordinare la morte di un comandante, reo di aver rubato i soldi dalle casse di Hamas.
Il libro scritto in carcere e le cure da medici ebrei per un tumore al cervello
Yahya Sinwar era noto anche come il Macellaio di Gaza, uno dei leader più carismatici ed estremisti che abbiano mai calcato la Striscia e negli anni di carcere era diventato un punto di riferimento anche per i detenuti che non facevano parte del gruppo terroristico.
Durante la detenzione, dalla quale ha tentato di fuggire più volte, ha scritto un libro, La spina e il garofano. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, sarebbe stato in cura da medici ebrei per un tumore al cervello. Nei mesi scorsi Yahya si è nascosto con sei ostaggi, Goldberg-Polin, Ori Danino, Eden Yerushalmi, Almog Sarusi, Alexander Lobanov e Carmel Gat. Tutti tranne lui finiti giustiziati e trovati a fine agosto dall’Idf a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.
“Credo che a questo punto Israele possa aver compiuto la sua azione di autodifesa”, ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani in un punto stampa alla Farnesina con l’omologo polacco Radoslaw Sikorski. “Mi auguro che la sua scomparsa possa portare a un cessate il fuoco a Gaza”.
“Questo è l’inizio del dopo Hamas e questa è un’opportunità per voi, residenti di Gaza, di liberarvi finalmente dalla tirannia di Hamas”. Sono le parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha deciso di rivolgersi ai cittadini di Gaza, proprio come ha fatto con i libanesi nei giorni scorsi.
“Le famiglie degli ostaggi esprimono grave preoccupazione per la sorte dei 101 ostaggi che sono ancora tenuti prigionieri da Hamas a Gaza”. Si legge così nel Forum delle famiglie, riportata dal Times of Israel. “E chiedono che il governo faccia leva sul risultato militare per garantire un accordo immediato per il loro ritorno”.