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Politica

Albania, “una sentenza già scritta”: cosa succede ora ai migranti di Gjader

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Giovanna Sorrentino

Il Bangladesh e l’Egitto non possono essere considerati Paesi sicuri: il Tribunale non convalida i trattenimenti dei migranti a Gjader. 

Il Tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento di nessuno dei dodici migranti nel centro italiano di permanenza per il rimpatrio a Gjader, in Albania. Il Bangladesh e l’Egitto non possono essere considerati Paesi sicuri, quindi il giudice della sezione per i diritti alla persona e immigrazione ha stabilito che dovranno tornare in Italia.

Migranti Albania, “sentenza già scritta”: cosa succede ora (Ansa Foto) – notizie.com

C’era da aspettarsela. Questa procedura accelerata nasceva morta perché già sanzionata dalla Corte Ue e colpiva proprio il presupposto della provenienza da Paesi considerati sicuri”. Così a Notizie.com, il costituzionalista Salvatore Curreri, mentre diventa sempre più contorta la vicenda per i migranti provenienti dal Bangladesh e dall’Egitto che sono sbarcati nei giorni scorsi nel Paese dei Balcani a bordo della nave Libra della Marina Militare, dopo due giorni di traversata costata circa 20mila euro ciascuno.

In una nota firmata dalla presidente della sezione del Tribunale di Roma Luciana Sangiovanni si legge che “i trattenimenti non sono stati convalidati in applicazione dei principi vincolanti per i giudici nazionali e per la stessa amministrazione, enunciati dalla recente pronuncia della Corte europea a seguito del rinvio pregiudiziale proposto dal giudice della Repubblica ceca”. 

I migranti arriveranno in Italia domani

La sentenza della Corte europea richiamata nell’ordinanza risale al 4 ottobre e stabilisce che un Paese, per essere considerato sicuro non deve attuare persecuzioni, discriminazioni o torture verso i suoi cittadini in nessuna zona del suo territorio. L’Egitto e il Bangladesh, così come la Tunisia, non rientrano tra questi. Da qui deriva il diniego di convalida: la procedura accelerata di frontiera non può essere applicata e i migranti dovranno tornare in Italia.

Il provvedimento era stato disposto per i dodici stranieri dalla Questura di Roma il 17 ottobre. Oggi, venerdì 18 ottobre, a poche ore dalla decisione della magistratura, un pullman è già pronto fuori dal centro di Gjader per riportare indietro i migranti. Tutti dovranno essere tutti rimessi in libertà e riportati in Italia, così da eseguire la normale e non quella prevista dal decreto Cutro.

Arrivo migranti Albania (Ansa Foto) – notizie.com

Il punto non è solo il concetto di Paese sicuro: “Non si può prescindere dalla condizione personale del soggetto migrante – spiega Curreri – Non è detto che una persona, pur proveniente da un Paese sicuro, non abbia un motivo fondato per chiedere la protezione internazionale. La Corte di Giustizia Ue ha stabilito che non si può procedere con questo automatismo e le posizioni dei richiedenti vanno valutati singolarmente”.

Noi andremo avanti, riteniamo che sia giusto fare così in sintonia con Ursula Von der Leyen, che in una lettera ai commissari ha scritto che l’accordo Italia-Albania è un modello da seguire”. Così il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani in conferenza stampa a Ventimiglia con Matteo Piantedosi.

Nutro profondo rispetto per i giudici, ma porteremo avanti la nostra battaglia all’interno dei meccanismi giudiziari: presenteremo ricorso fino ai massimi gradi della giurisdizione”, ha dichiarato il ministro dell’Interno.

Intanto la maggioranza difende l’accordo Italia-Albania del governo Meloni e fa muro contro i giudici. “Quanto deciso oggi è specchio e immagine di una magistratura politicizzata che si muove contro gli italiani stessi”. È il commento di Francesca Tubetti (FdI). C’è anche chi parla di “atto di guerra contro il governo Meloni”, come Sergio Rastrelli (FdI) segretario della Commissione Giustizia a Palazzo Madama.

Il richiamo alla Corte di Giustizia Ue è “del tutto strumentale ed è ancora più scandaloso che ieri il Pd anticipasse la decisione dei giudici”, dichiara Roberto Menia (FdI) vicepresidente della Commissione Esteri al Senato.

Meloni: “Decisione pregiudiziale, ieri anticipata dal Pd”

È molto difficile lavorare e cercare di dare risposte a questa nazione quando si ha anche l’opposizione di parte delle istituzioni che dovrebbero aiutarti a dare risposte ai problemi. Penso che la decisione dei giudici di Roma sia pregiudiziale, lo dimostra il fatto che questa decisione dei giudici è stata anticipata ieri da alcuni esponenti del Partito democratico”. La premier Giorgia Meloni commenta così la decisione del Tribunale di Roma in un punto stampa a Beirut.

La questione è molto più ampia, perché in buona sostanza quello che i giudici dicono è che non esistono paesi sicuri. Quindi comunico ufficialmente che il problema non c’è in Albania, il problema è che nessuno potrà essere mai più rimpatriato. Il problema è che tu non puoi respingere la gente. Il problema è che tu non puoi fare nessuna politica di difesa dei tuoi confini. E quindi spero che mi si dica anche poi come si risolve. Nel senso spero che mi si dica poi come si gestisce l’ordine pubblico, spero che mi si dica poi chi pagherà per i miliardi di accoglienza che ci dovremo caricare, spero che mi si trovino anche delle soluzioni perché io sono quella che poi deve trovare le soluzioni e infatti troverò una soluzione anche a questo problema”.

Elly Schlein: “Nessuno è al di sopra delle leggi, il governo le rispetti”

Dopo la sentenza Albania mi sembra il giorno giusto per ribadire, se serve con legge Costituzionale, che il diritto italiano deve essere prevalente rispetto alle leggi Ue – scrive su X il senatore della Lega Claudio Borghi Ne parlerò con gli alleati e se necessario depositerò disegno di legge in merito”.

Dalle opposizioni, arriva la voce della segretaria Dem Elly Schlein: “Nessuno è al di sopra delle leggi, quella era la monarchia assoluta. Il governo le deve rispettare, questo Governo può prendersela solo con se stesso perché da tante parti si era fatto notare che la costruzione dell’impianto di questo accordo fosse in contrasto con delle normative internazionali, con delle normative europee, con delle normative nazionali, con la nostra Costituzione che assicura allo straniero che non si veda riconosciuti i diritti previsti dalla stessa costituzione il diritto di chiedere asilo nel territorio della Repubblica, e quello (l’Albania, ndr) non è il territorio della Repubblica”. 

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