Nei giorni scorsi è scattata una maxi operazione a Roma: l’inchiesta riguarda, tra le altre, la società Sogei, azienda in house del Mef.
C’è rischio di reiterazione del reato. E di inquinamento probatorio. Per questi motivi il giudice per le indagini preliminari di Roma Giulia Arcieri ha disposto la custodia cautelare in carcere per l’ex direttore generale business di Sogei, Paolino Iorio, e per il manager di Olidata, Massimo Rossi.
Il gip ha parlato di “fatti allarmanti e gravissimi”. Fatti portati alla luce tra lunedì e martedì scorso dalla guardia di finanza e dalla Procura della Repubblica della capitale. Iorio nella serata di lunedì è stato arrestato mentre intascava una tangente da 15mila euro. La mattina successiva sono scattate una serie di attività nell’ambito di una maxi inchiesta sugli appalti informatici nella Pubblica amministrazione.
Nel mirino di forze dell’ordine e magistrati ci sono Sogei (Società generale d’informatica spa), una società in house controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ed alcuni altri Ministeri. Perquisizioni ed un altro arresto, quello del manager di Olidata Massimo Rossi. Nell’inchiesta risultano complessivamente indagate 18 persone e 14 società. Si ipotizzano i reati di corruzione e turbativa d’asta.
Rossi e Iorio, accusati di concorso in corruzione, erano finiti ai domiciliari. Ma alcuni episodi avvenuti nelle scorse ore hanno convinto Procura e gip di propendere per l’aggravamento della misura cautelare. In casa dell’ormai ex dg di Sogei le fiamme gialle hanno rinvenuto e sequestrato 100mila euro in contanti. A indicare la presenza della somma di denaro, che si trovava sopra un armadio della sua abitazione, sarebbe stato lo stesso manager. Ma non è tutto.
Secondo gli inquirenti sarebbero state infatti cancellate dal sistema di videosorveglianza della sua abitazione le immagini degli ultimi 15 giorni. I difensori di Iorio, Giorgio Perroni e Bruno Andò, hanno fatto sapere che Iorio, che non si è presentato all’udienza di convalida e si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha ammesso di aver ricevuto delle somme da Rossi. Somme che però “costituivano la remunerazione per più attività consulenziali nell’ambito dello scenario dell’It mondiale riguardanti piattaforme informatiche hardware e software“.
Consulenze che quindi, secondo la difesa, non erano “ricollegabili alla funzione esercitata da Iorio in Sogei. Inoltre, nessun atto o intervento di qualsiasi tipo è stato mai compiuto da Iorio per favorire o anche semplicemente per agevolare le società di Rossi nelle gare alle quali queste ultime hanno partecipato”. Per la giudice, invece, si tratta di “fatti gravissimi, tanto più allarmanti alla luce proprio dell’ultimo episodio (il sequestro dei 100mila euro, ndr) che, secondo ogni lettura, rende tutt’altro che lineare la tesi difensiva e la posizione degli indagati”.
L’ex dg, inoltre, potrebbe “potenzialmente” essere “in grado di interferire nelle delicate indagini in corso”. Anche per Rossi si sono aperte le porte del carcere. Il manager di Olidata, infatti, avrebbe la “capacità di effettuare comunicazioni non captabili, anche tenuto conto della sua verosimile particolare abilità nell’uso di strumentazioni informatiche e telematiche all’avanguardia, in grado di evitare le intercettazioni delle forze dell’ordine”. Anche in questo caso, perciò, l’unica misura possibile per “fronteggiare il pericolo di inquinamento probatorio” è quella del carcere.
Sul fronte delle indagini, lunedì prossimo partiranno i primi interrogatori degli altri 16 indagati. Tra di essi c’è anche Andrea Stroppa, referente in Italia di Elon Musk. “Mai mollare”, ha scritto su X Musk rispondendo a un post di Stroppa. Quest’ultimo aveva pubblicato un’immagine sulla piattaforma online tratta da “Il Signore degli Anelli” con la scritta “Ci sono delle cose buone nel mondo, Frodo, e vale la pena lottare per queste”.