Nel nord della Striscia di Gaza è in corso un assedio da parte dell’esercito israeliano: ordinate migliaia di evacuazioni.
“I bombardamenti non si fermano, c’è morte dappertutto. È una catastrofe”. È la denuncia di Mohammed Obeid, chirurgo ortopedico di Medici senza frontiere (Msf), in azione all’ospedale di Kamal Adwan, a nord di Gaza.
Nelle ultime ore Israele ha lanciato una nuova offensiva nel nord della Striscia, ordinando l’evacuazione di oltre un milione di persone. Chi ha potuto ha raggiunto i rifugi nelle zone sicure, già stracolmi. L’esercito sta effettuando un vero e proprio assedio. Nelle città gli ospedali sono sovraccarichi, le ambulanze non possono muoversi a causa dei bombardamenti. Gli aiuti alimentari arrivano a singhiozzo.
A lanciare l’allarme, oltre a Msf, anche l’Onu, l’Unicef e l’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Oms, infatti, nel momento in cui è cominciato l’assedio, stava conducendo una campagna di vaccinazione contro la poliomielite. In attesa del vaccino ci sono circa 120mila bambini. Le operazioni dell’Idf si stanno concentrando in particolare nell’area di Jabalia dove sarebbero stati arrestati già 150 presunti miliziani di Hamas, l’organizzazione palestinese con cui Israele è in guerra dal 7 ottobre 2023.
“Le persone che soffrono a causa dell’assedio israeliano in corso nel nord di Gaza stanno rapidamente esaurendo tutti i mezzi disponibili per la loro sopravvivenza. – ha detto il segretario generale delle Nazioni unite, Antònio Guterres – I civili devono essere protetti e devono poter ricevere assistenza umanitaria. Questo è ciò che richiede il diritto internazionale umanitario”.
Nell’ultima settimana i team di Medici senza frontiere hanno effettuato nella clinica di Gaza City 858 visite mediche, di cui 225 a pazienti con ferite da trauma, 98 a ustionati, mentre 181 sono state le consultazioni di salute sessuale e riproduttiva. Rispetto alla settimana precedente, gli accessi sono aumentati del 52%. L’accesso al nord della Striscia di Gaza è estremamente difficile. Pochissimi rifornimenti umanitari sono riusciti a transitare nella parte settentrionale della Striscia di Gaza dal 1 ottobre.
“C’è morte dappertutto, di ogni tipo e forma, nell’ospedale di Kamal Adwan e nel nord di Gaza. – ha detto Kamal Adwan – I bombardamenti non cessano. L’artiglieria non si ferma. Gli aerei non si fermano. I bombardamenti sono pesanti e anche l’ospedale viene preso di mira. Sembra la scena di un film, sembra surreale. Le ambulanze non possono spostarsi. Non possiamo raggiungere i corpi delle persone rimaste uccise e non possiamo salvare i feriti che giacciono per strada”.
L’Oms, invece, sta cercando di porre un freno all’epidemia di poliomielite tra i bambini, che rischiano di restare paralizzati. Dall’avvio del secondo ciclo della campagna antipolio a Gaza il 14 ottobre 2024, 442.855 bambini sotto i dieci anni sono stati vaccinati con successo nella parte centrale e meridionale della Striscia di Gaza.
“È fondamentale fermare l’epidemia di poliomielite il prima possibile, prima che altri bambini rimangano paralizzati e il poliovirus si diffonda ulteriormente. – hanno fatto sapere dall’Oms – È quindi fondamentale che la campagna di vaccinazione nel nord di Gaza sia facilitata attraverso l’attuazione delle pause umanitarie, garantendo l’accesso ovunque si trovino i bambini idonei. L’Oms e l’Unicef esortano tutte le parti a garantire che i civili, gli operatori sanitari e le infrastrutture civili, come scuole, rifugi, ospedali, siano protetti e rinnovano il loro appello per un cessate il fuoco immediato”.
Nel nord della Striscia sta operando anche l’organizzazione internazionale Human Rights Watch, secondo cui dal 1 ottobre l’esercito israeliano ha ordinato a circa 400mila persone nel nord di Gaza di lasciare le loro case e ha impedito che gli aiuti arrivassero. “Ci sono sempre più prove – ha spiegato Sari Bashi, direttrice del programma Hrw a Gaza – che l’esercito israeliano sta cercando illegalmente di costringere i civili ad abbandonare il nord della Striscia senza un posto sicuro dove andare, senza un modo sicuro per arrivarci e senza piani per farli tornare”.