Esplosione Toyota, lo sciopero di 8 ore dei sindacati per la sicurezza. “Investire nell’IA per abbattere i rischi sul lavoro”.
Commissioni all’interno delle aziende e un tavolo permanente tra sindacati e istituzioni per mettere la parola fine all’ecatombe delle morti sul lavoro.
Sono 577 gli operai morti solo nei primi sette mesi del 2024: neppure il tempo di soffermarsi sulla tragedia alla Toyota Material Handling a Borgo Panigale (Bologna), che già altri due operai hanno perso la vita in un grave incidente stradale lungo la A1 Milano-Napoli, direzione Sud.
È in memoria di Lorenzo Cubello, 37 anni, e Fabio Tosi, 34, che i metalmeccanici di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil incroceranno le braccia domani, 25 ottobre, per otto ore. Non ci sarà un corteo, né un presidio, per “senso di responsabilità”, anche a causa dei problemi di mobilità dovuti all’alluvione di questi giorni.
Nelle aziende metalmeccaniche verranno esposti drappi a lutto. La storia di ieri è nota: Lorenzo e Fabio hanno perso la vita in seguito a un’esplosione alla Toyota Material Handling. Uno dei due lascia la compagna incinta e suo figlio nascerà senza averlo mai conosciuto. Altre undici persone sono rimaste ferite.
Una è in condizioni critiche, in Rianimazione all’Ospedale Maggiore di Bologna, in prognosi riservata. Altri quattro sono stati dimessi e tre sono ricoverati in Medicina d’Urgenza sempre al Maggiore e non sono in pericolo di vita.Tutti gli altri, meno gravi, erano stati portati negli ospedali di San Giovanni in Persiceto e Bazzano e sono stati dimessi.
La Procura di Bologna ha aperto un’indagine contro ignoti, ipotizzando le accuse di omicidio e lesioni colpose. Presto verrà eseguita l’autopsia ai corpi dei due operai. L’obiettivo è ricostruire la direzione delle onde d’urto per capire meglio la causa dello scoppio. Le indagini sono eseguite da vigili del fuoco, carabinieri e personale della prevenzione infortuni dell’Asl.
Dalle prime ricostruzioni è emerso che lo scoppio è stato esterno al luogo dove si trovavano i lavoratori e dov’è crollato il muro di un capannone. “Quello che è successo ieri in Toyota, una multinazionale, dimostra che il problema non è solo nella filiera degli appalti, anche se lì abbiamo una criticità maggiore”. A parlare è Massimo Mazzeo, segretario generale dei metalmeccanici Fim-Cisl dell’area bolognese. Ai nostri microfoni riflette sul fatto che “il problema è anche nelle grandi aziende”.
Nel frattempo ogni attività lavorativa, anche da remoto, è stata sospesa alla Toyota Material Handling a Borgo Panigale, fino a nuova comunicazione. Si procederà ad aprire la cassa integrazione ordinaria per oltre 800 lavoratori.
Le sigle sindacali chiedono un tavolo permanente metropolitano e regionale per discutere con le istituzioni e Confindustria, al fine di giungere ad azioni concrete per ridurre gli incidenti sul lavoro. E chiedono anche l’istituzione di commissioni permanenti tra lavoratori all’interno delle aziende, come un osservatorio costante su manutenzione e prevenzione.
Mazzeo è stato delegato dell’Rls (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) e sulla base di questo si chiede: “Che tipo di valutazione dei rischi ha fatto l’azienda rispetto a quello che è successo? Non accetto l’idea di fatalità, né dell’errore umano. Un’azienda che lavora in sicurezza sa prevedere un paracadute a garanzia dell’incolumità, anche di fronte all’errore umano”.
Prevenzione, monitoraggio, ispezione, sono tre parole fondamentali perché la lista dei morti sul lavoro termini il prima possibile. “I responsabili del servizio prevenzione e protezione (RSPP) vengono pagati dalle aziende, che dal canto loro hanno esigenze di profitto”, denuncia ancora Mazzeo.
Gli Rls “fanno un lavoro straordinario, ma hanno poteri molto limitati e non sempre riescono a risolvere le cose. Facciamo sempre ottimi accordi con le aziende, ma poi c’è una certa distanza tra quello che si scrive e quello che accade”.
Il caso ha voluto che i metalmeccanici avessero previsto uno sciopero di due ore già prima della tragedia, per chiedere una maggiore attenzione alla sicurezza nella fabbrica. L’esplosione alla Toyota Material Handling è avvenuta prima che la protesta cominciasse. E domani incroceranno le braccia per otto ore per chiedere che il tema della sicurezza venga affrontato in modo organico.
“Non conoscevo Lorenzo e Fabio. In passato ho seguito l’azienda e ricordo solo di vista chi sono – racconta Massimo Mazzeo – Uno di loro è stato delegato della nostra organizzazione. Dopo l’incidente sono stato sul posto: una situazione surreale, incomprensibile. Gli operai, sgomenti”.
La tragedia alla Toyota è la terza degli ultimi mesi in Emilia Romagna. Dieci giorni fa un operaio, Attilio Franzini, è stato travolto da un treno mentre lavorava a San Giorgio di Piano, nel Bolognese, alla manutenzione dei binari della ferrovia. Prima ancora, nel mese di aprile, la strage di Suviana, quando un’esplosione nella centrale elettrica di Bargi ha ucciso sette lavoratori e feriti altri sette.
“Purtroppo il bollettino è davvero quotidiano, questo è un anno nero”, commenta Mazzeo. “Si parla tanto di digitalizzazione e Intelligenza Artificiale: ma perché non fare in modo che diventi un’opportunità per lo sviluppo dell’innovazione, tanto da abbattere i rischi in tema di sicurezza? Serve un cambio di passo radicale, altrimenti continueremo a parlare di morti”.
Sul tema è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a margine della Biennale dell’economia cooperativa a Bologna. “Non vi sono più parole adeguate per esprimere l’allarme e l’angoscia per gli incidenti che colpiscono chi sta lavorando, per l’insufficienza della sicurezza per chi lavora”.