La serie tv Avetrana – Qui non è Hollywood è al centro di una complessa vicenda giudiziaria: tirata in ballo anche la libertà di espressione.
“Una grave lesione alla libertà di espressione”, secondo Anica e produttori. “Faremo valere le nostre ragioni”, hanno detto Groenlandia e Disney. Sta di fatto che la serie tv Avetrana – Qui non è Hollywood per il momento non la guarderà nessuno.
Il Tribunale di Taranto ha sospeso in maniera cautelare la messa in onda della serie tv sull’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa e gettata in un pozzo il 26 agosto del 2010. Oggetto della discordia non tanto il contenuto quanto il titolo che ha mandato su tutte le furie il sindaco della cittadina pugliese Antonio Iazzi.
Il primo cittadino ha dato mandato agli avvocati Fabio Saponaro e Luca Bardaro di agire presso i giudici per chiedere la “rettifica della denominazione della serie tv e la sospensione immediata della stessa perché rischia di determinare un ulteriore attentato ai diritti della personalità dell’Ente comunale”. Ente che, nell’ambito del processo per l’omicidio della 15enne, si è già costituito parte civile per danno di immagine ottenendo un risarcimento.
Il giudice della sezione civile Antonio Attanasio ha accolto il ricorso d’urgenza ed ha bloccato la trasmissione della serie Avetrana – Qui non è Hollywood, prevista dal 25 ottobre sulla piattaforma Disney+ e le cui prime puntate sono state presentate in anteprima pochi giorni fa alla Festa del Cinema di Roma.
“L’Autorità giudiziaria – ha spiegato Iezzi – si è mostrata sensibile al pregiudizio che potrebbe patire la comunità avetranese, in virtù della denominazione della serie tv. Sulla scorta del fatto che tale intitolazione potrebbe indurre gli utenti del prodotto cinematografico ad associare la città alla vicenda di cronaca nera, suscitando negli stessi l’idea di una comunità potenzialmente criminogena, retrograda ed omertosa”.
La serie, prodotta da Groenlandia srl e da Walt Disney Company Italia srl, vede la regia di Pippo Mezzapesa, che ha così commentato: “Ho voluto mettermi al riparo delle polemiche fin dall’inizio. Cuore pulsante della serie è il presupposto di avvicinarci il più possibile all’umanità di questa storia, cercando di entrare nel profondo della vicenda, con grazia, nei confini del verosimile, rispettando le persone”.
Il caso, comunque, è ormai scoppiato. “Groenlandia e Disney – si legge in una nota – confermano che, per ottemperare al provvedimento emesso in assenza di contraddittorio tra le parti dal Tribunale di Taranto, il lancio della serie attualmente intitolata Avetrana – Qui non è Hollywood è rinviato. Le parti non concordano con la decisione del Tribunale e faranno valere le proprie ragioni nelle sedi competenti”.
Sulla vicenda sono intervenute anche l’Anica, l’associazione italiana che rappresenta le industrie italiane del cinema e dell’audiovisivo, e l’Apa, l’associazione produttori audiovisivi. “Il blocco preventivo della serie, – hanno fatto sapere – ancora inedita, appare come una grave lesione di quel principio di libertà di espressione chiaramente tutelato anche a livello costituzionale e che deve essere garantito al racconto audiovisivo italiano. Guardate le nostre serie, giudicatele, ma non chiedetegli di non esistere solo perché raccontano la realtà”.
A 14 anni da un omicidio che ha scosso l’Italia intera, insomma, anche in questi giorni si sta tornando a parlare del caso. Nel 2017 la Corte Suprema di Cassazione ha confermato le condanne all’ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Secondo i giudici il movente è da ricondurre ad un risentimento di Sabrina verso Sarah. Due settimane fa Michele Misseri è tornato ad auto-accusarsi dell’omicidio della nipote 15enne nel corso di un servizio de Le Iene. Il contadino di Avetrana dall’11 febbraio scorso è un uomo libero. Ha scontato la sua pena di 8 anni per concorso in soppressione del cadavere ed ha usufruito anche di alcuni sconti.