“È stato un inferno, fino all’ultimo non ho trovato niente poi mi hanno preso nello studentato per stare in 7 in una casa da 4 persone”.
La situazione de caro affitti, per case e camere, nei pressi delle Università italiane si fa sempre più complessa. A rimetterci sono sempre le famiglie che vogliono mandare i figli a studiare.
Otto studenti su dieci fanno fatica a trovare casa, tanti, sviliti proprio da questo, decidono di abbandonare gli studi. Lo documenta l’Unione degli Universitari ed è così l’Italia perde potenziali professionisti, impossibilitati dal raggiungere la tanto agognata laurea per iniziare il loro percorso lavorativo. Un problema che va a colpire anche i normali cittadini che se locati in città sede di Università fanno estrema fatica a trovare case in affitto a prezzi umani.
Chiara è una ragazza di ventitre anni di Genova che frequenta il terzo dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna. A Notizie.com racconta di una situazione disperata, che colpisce praticamente tutti i fuori sede che si avvicinano alla città delle torri vista la presenza di numerose e prestigiose facoltà. “Ho iniziato a cercare casa a febbraio con i corsi che sarebbero iniziati a settembre, senza conoscere Bologna e questo rendeva tutto più difficile. Non sapevo quanto tempo ci avrei messo dalle varie zone a raggiungere l’Università”, così inizia il suo racconto.
Problemi legati anche alla scarsa professionalità di qualche agenzia immobiliare fatta da furbetti: “La cosa più divertente è che ho mandato circa 400 messaggi per differenti case, mi avranno risposto in dieci dicendo sempre che la casa in questione era stata già affittata. Al che mi sono chiesta il perché di questa coincidenza, poi ci sono arrivata. I siti le tengono in vetrina perché fanno comodo, sono molto cercate le case vicino all’Università di Bologna, e così arrivavano sempre richieste in agenzia. Scrivendo e chiamando, nonostante la risposta negativa, sul sito arriva l’interazione che fa crescere l’attendibilità e il posizionamento sul web delle agenzie”.
Chiara, l’Università e la ricerca disperata di una casa
“È stato un inferno, fino all’ultimo non ho trovato niente ed ero molto preoccupata, fino a quando non mi hanno preso allo studentato grazie alla borsa di studio che avevo vinto per reddito e per il buon voto con cui ero uscita dalla maturità”, una soluzione questa che Chiara sperava potesse rivelarsi definitiva e in grado di permetterle di studiare con tranquillità.
L’incubo inizia quando però la ragazza entra nella casa grazie a Ergo ente che si occupa delle borse di studio in Emilia Romagna: “Eravamo in 7 in un appartamento dove al massimo potevano starci 4 persone. Non solo la casa si trovava a un’ora e mezzo dalla facoltà e in più pioveva all’interno. Pagavo 200 euro al mese per stare in una doppia, ma la situazione non era proprio quella che puoi definire civile”.
Chiara ci rivela che però era l’unica soluzione, perché anche trovandolo un monolocale arrivava a 700 euro una cifra che non si poteva permettere. “Ora che sono al terzo anno e non sto più nello studentato, ho cambiato l’anno scorso e ho una stanza in periferia con il mio ragazzo. Siamo in quattro ed è una cosa più civile“, ma i problemi non sono finiti qui.
“Andare via dallo studentato non è stato nemmeno facile, ho rischiato di perdere la borsa di studio. C’è una regola per la quale non puoi andare via prima di dieci mesi, i soldi dell’affitto te li detraggono ovviamente dalla borsa di studio, e io ero al settimo mese. Ho dovuto perdere tre mesi di affitto per non perdere gli altri soldi, fondamentali per portare avanti il percorso di studi. Ho dovuto fingere di essere lì, anche se ero da un’altra parte”, parole che lasciano riflettere.