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Esteri

Chi era Hasan Suboh di Msf, ucciso a Gaza: voleva salvare i bimbi morti soffocati

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Francesco Ferrigno

I raid israeliani delle scorse ore a Khan Younis, nella Striscia di Gaza, hanno provocato decine di morti: tra di essi anche un operatore di Medici Senza Frontiere.

Una guerra senza regole che ha abbandonato i principi fondamentali dell’umanità”. Hasan Suboh, palestinese, aveva 41 anni, era sposato ed aveva 7 figli. Lavorava con Medici Senza Frontiere dal 2019 con mansioni di logistica. Ieri notte è rimasto ucciso a Khan Younis, nel sud di Gaza, nel corso di operazioni militari israeliane.

Hasan Suboh di Medici Senza Frontiere (MSF FOTO) – Notizie.com

Si tratta dell’ottavo membro dello staff di Msf ucciso a Gaza dall’inizio della guerra, il 7 ottobre 2023. Il secondo in appena 2 settimane. Il 10 ottobre scorso è morto l’operatore Nasser Hamdi Abdelatif Al Shalfouh. È stato ucciso dalle ferite da schegge che ha riportato alle gambe e al petto l’8 ottobre a Jabalia, a nord di Gaza. Dopo che l’area era stata oggetto di attacchi incessanti.

I raid della scorsa notte su Khan Younis, invece, hanno causato la morte di 33 persone, tra cui 14 bambini. I piccoli sarebbero morti soffocati a seguito del crollo diversi altri edifici residenziali mentre le persone erano ancora all’interno. “Quello che stiamo vedendo dimostra il palese disprezzo dell’azione medico-umanitaria in una guerra senza regole, che ha abbandonato i principi fondamentali dell’umanità”, ha detto in esclusiva per Notizie.com Flavia Pergola, portavoce di Medici Senza Frontiere.

Dall’inizio della guerra, 8 membri dello staff dell’organizzazione umanitaria sono stati uccisi a Gaza. I team hanno dovuto evacuare 14 diverse strutture sanitarie e hanno subito numerosi incidenti, tra cui attacchi aerei che hanno danneggiato gli ospedali, carri armati che hanno sparato contro i rifugi la cui posizione era concordata e condivisa, offensive di terra contro i centri medici e convogli attaccati.

A Gaza stiamo assistendo alla distruzione del sistema sanitario, del continuo sfollamento della popolazione. E un amento incessante dei bisogni medici e umanitari. – ha raccontato Pergola – L’unica soluzione per mettere fine alla sofferenza della popolazione è un cessate il fuoco immediato e duraturo”. Le ultime24 ore sono state terribili a Gaza. Decine di persone sono state uccise, compresi molti bambini, di cui uno di soli 11 mesi, in una serie di attacchi in tutto il territorio della Striscia

Sulla tremenda situazione umanitaria e sanitaria è intervenuto anche Jeremy Stoner, direttore regionale di Save the Children. “Quante altre immagini di bambini morti e smembrati saranno necessarie perché le potenze mondiali dicano basta? – ha dichiarato Stoner – Per quanto tempo si può prevedere che le famiglie già sull’orlo della carestia sopravvivranno alle bombe, ai proiettili e all’assedio del Nord, che da 21 giorni blocca l’ingresso di aiuti e rifornimenti?”.

Gli attacchi hanno preso di mira una scuola trasformata in rifugio a Nuseirat, l’ospedale Kamal Adwan e case residenziali a Khan Younis. Proprio i luoghi in cui i bambini dovrebbero essere più sicuri, protetti dal diritto internazionale. La Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha concluso che il governo israeliano ha “commesso crimini di guerra e il crimine contro l’umanità di sterminio”.

Gaza, Save The Children: “Non c’è fine all’orrore”

Non c’è fine all’orrore. – ha continuato Stoner – I bambini feriti non possono ricevere cure mediche poiché il sistema sanitario è stato sistematicamente distrutto, ci sono segnalazioni di neonati e bambini uccisi dalla mancanza di ossigeno quando gli attacchi aerei sull’ospedale Kamal Radwan hanno danneggiato le riserve di ossigeno. Le famiglie stanno esaurendo tutti i mezzi possibili per sopravvivere, poiché le autorità israeliane hanno negato l’ingresso a cibo, acqua e medicinali”.

L’area di Khan Younis dopo gli attacchi (ANSA FOTO) – Notizie.com

Proprio l’ospedale Kamal Radwan è al centro di un allarme diramato dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Abbiamo perso i contatti con il personale. Prima dell’incursione l’Oms e i partner erano riusciti a raggiungere l’ospedale Kamal Adwan nella tarda serata di ieri. Nelle vicinanze si registravano ostilità, e avevano trasferito 23 pazienti e 26 operatori all’ospedale Al-Shifa. L’ospedale Kamal Adwan trabocca di quasi 200 pazienti, un flusso costante di casi di traumi orribili, ma è anche pieno di centinaia di persone che cercano rifugio”.

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Francesco Ferrigno